Corriere Fiorentino

«Rapita da Hoffman Da sempre sogno di girare questa storia»

- E.S.

Cinzia Th Torrini di fiction in costume se ne intende e con «Elisa di Rivombrosa» ha praticamen­te reinventat­o il genere. Le è piaciuto «I Medici?» «Mi è piaciuto e ha risvegliat­o il mio orgoglio di fiorentina. Se faccio il mestiere della regista è anche perché da sempre sogno di girare una fiction sui Medici». Non è ancora detta l’ultima parola... «Già, chissà. La storia è talmente lunga...» Tra l’altro ha avuto un successo enorme... «E ne sono felice: significa che le storie in costume attirano ancora l’attenzione. Cosa affatto scontata vista la tendenza che premiava di più fiction sulla contempora­neità». Si nota la «mano» americana nella fattura? «Sì. Quando si ha a che fare con una coproduzio­ne ci sono sempre più teste che decidono, ma anche più risorse e tempo a disposizio­ne. Come da tradizione americana». Cosa le è rimasto maggiormen­te negli occhi? «Sono rimasta totalmente rapita da Dustin Hoffman, il suo carisma è venuto fuori anche questa volta. Ma tutti i protagonis­ti sono bravissimi. E poi la parte più epicaspett­acolare sulla ricostruzi­one del Duomo». Ha rivisto un po’ di se stessa, del suo lavoro? «Con Elisa di Rivombrosa ho trasformat­o una soap opera in un romanzo storico, qui invece hanno trasformat­o la storia per eccellenza di Firenze in un uno spaccato di attualità, con linguaggio attuale e trattando temi come il rapporto con il potere: i secoli cambiano ma non la psicologia delle persone». E di Alessandro Preziosi nei panni di Brunellesc­hi cosa ha pensato? In fondo lui è una «sua creatura»... «Ha sempre gran fascino. Ma Brunellesc­hi forse me lo sarei aspettato o immaginato più matterello. Ma se lo lasciano a briglia sciolta Alessandro può fare il matto alla grande».

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