Corriere Fiorentino

«Bello il Duomo... Ma quella vista in tv non è Firenze»

- E.S.

Cristina Acidini, come storica dell’arte, come ha trovato «I Medici» in versione fiction? «La mia visione di film e sceneggiat­i storici è sempre condiziona­ta dall’immediata percezione da ciò che stona, sul piano artistico: vedere stucchi cinquecent­eschi negli ambienti di un secolo prima e cornici con dorature, mi ha distolto dal godermi la serie». Cosa ha «stonato» di più? «A un certo punto si intravede un grande dipinto dietro Cosimo e Lorenzo, un soggetto pagano nudo che non poteva appartener­e a quel secolo. Oppure quando in un presunto Palazzo Vecchio si vede sullo sfondo la Cavalcata dei Magi almeno 30 anni prima che venga dipinto. Perché non curare questi dettagli? Bastava mettere una decorazion­e a gigli ed era fatta. E poi le barbe! Non si possono vedere i Medici barbuti. Erano glabri! Diciamo che è stato poco curato». Cosa le è piaciuto invece? «La cosa più affascinan­te è stata sicurament­e vedere il Duomo con il tamburo aperto, anche se poco credibile perché si vede il tamburo già incrostato di marmi, era troppo presto». Molti hanno detto che «I Medici» segni un passo avanti nella fiction italiana... «Più che avanti, un passo altrove: non è pensabile che Cosimo disegnasse a cavalletto come un giovane del Gran Tour o che si infrattass­e a consumare amori improbabil­i nelle sale del palazzo». Dunque, giudizio negativo? «Non so dire se mi sia piaciuto o meno perché questo affollarsi di spunti che non riuscivo a inquadrare mi ha distratta. Ma non sono questi i Medici e non è questa Firenze. A parte Dustin Hoffman che dovendo riempire il vuoto di un personaggi­o sui cui non sappiamo praticamen­te niente, lo ha fatto con grandissim­o stile».

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