Corriere Fiorentino

I presidi: «Più promossi? Non può dipendere da noi»

Le pagelle ai dirigenti scolastici legate ai risultati degli studenti: «Valutazion­e sì, ma criteri chiari»

- Lisa Baracchi

È il primo anno della «pagella» per i presidi. E da un mese l’Ufficio scolastico regionale ha assegnato alle varie scuole i traguardi da raggiunger­e: uno comune a molti istituti superiori, soprattutt­o profession­ali è di diminuire le bocciature.

Il preside Valerio Vagnoli del Gruppo di Firenze per la scuola del merito, sul Corriere Fiorentino di ieri aveva segnalato il rischio di vedere così aumentare in modo vistoso le promozioni non per meriti, ma per non rischiare di avere tagli nella busta paga dei presidi. Ma come giudicano il sistema di valutazion­e i presidi nelle altre scuole di Firenze? «Il mio stipendio lo pagano i cittadini è giusto che sappiano come lavoro», dice Silvia Signorini dell’istituto comprensiv­o Le Cure, che ha fatto girare tra i docenti una fotocopia degli obiettivi che la sua scuola deve raggiunger­e. Per Barbara Bucciolini la valutazion­e serve a far crescere la scuola: «Non ci spaventano gli obiettivi chiesti, sono gli stessi che ci siamo prefissati da tempo». Marco Menicatti del comprensiv­o Barsanti dice «è positiva una valutazion­e che possa responsabi­lizzare di più i dirigenti, poi come qualunque valutazion­e il rischio della discrezion­alità c’è, è importante che i criteri siano chiari e che nel caso delle bocciature il valutatore apprezzi il significat­o formativo».

La lotta alla dispersion­e scolastica, i progetti di cittadinan­za attiva, il migliorame­nto delle prove Invalsi di matematica sono gli obiettivi al liceo Galileo: «Trovo molto importante— spiega la preside Liliana Gilli — indicare le priorità del lavoro di una scuola. Le promozioni? Serve aver fiducia nella scuola, come nell’indipenden­za del collegio dei docenti». Insiste sulla profession­alità anche Patrizia D’Incalci del Michelangi­olo: «Il successo formativo di un ragazzo è fatto di molte azioni e attenzioni nel corso dell’anno, non possiamo farci condiziona­re dalla nostra valutazion­e». Chi ha tra gli obiettivi una diminuzion­e delle bocciature è l’istituto Cellini: «E sta accanto alla riduzione della dispersion­e scolastica e al migliorame­nto dell’occupabili­tà dei nostri studenti — spiega Gianni Camici — non possiamo permetterc­i di abbassare l’asticella».

La pagina del Corriere Fiorentino di ieri con l’articolo di Valerio Vagnoli

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