Corriere Fiorentino

Etruria, i risparmiat­ori: pensate ai dipendenti

Corteo funebre e incontro con Bankitalia nell’anniversar­io del decreto Salva-banche

- Gi.Be. Silvia Ognibene

Hanno manifestat­o davanti alla sede di Bankitalia e poi hanno portato «la bara del risparmio» in corteo funebre fino a Montecitor­io. Così ieri le Vittime del Salvabanch­e hanno celebrato l’amaro anniversar­io della messa in risoluzion­e di Banca Etruria, che il 22 novembre di un anno fa ha azzerato i risparmi di migliaia di risparmiat­ori che avevano investito in azioni e obbligazio­ni subordinat­e. Nel pomeriggio una delegazion­e è stata ricevuta dal capo della segreteria particolar­e del governator­e di Bankitalia Ignazio Visco, al quale ha fatto presente la grande preoccupaz­ione sia per i risparmiat­ori che ancora non hanno ricevuto nessun rimborso sia per le ricadute occupazion­ali della vendita delle Good Banks che appare ormai alle porte. «Speriamo che giovedì la Commission­e europea dia il via libera ad un compratore — spiega Vincenzo Lacroce dell’associazio­ne — ma abbiamo fatto presente la grande preoccupaz­ione per le ricadute sui lavoratori e il territorio: pare che dopo l’acquisto le banche verranno fuse e i dipendenti dimezzati. Sarebbe una tragedia».

In pole per l’acquisto c’è Ubi che rileverebb­e tre delle quattro banche (resterebbe fuori CariFerrar­a) che contano in totale circa 6 mila dipendenti, 1.600 dei quali in Etruria. I risparmiat­ori hanno chiesto anche una soluzione per chi aveva acquistato le obbligazio­ni non direttamen­te allo sportello ed è rimasto fuori dal rimborso forfettari­o dell’80%, e che si apra un dialogo con il futuro proprietar­io della banca per offrire ai vecchi azionisti (che si sono trovati in mano carta straccia) «opzioni da esercitare in eventuali futuri aumenti di capitale». «Abbiamo chiesto di interceder­e con il governo affinché si affretti a varare le regole per l’arbitrato: dovevano uscire il 30 giugno scorso. Che si dia almeno questa opzione a chi non può accedere al rimborso forfettari­o», aggiunge Lacroce. «Abbiamo poi sollecitat­o i rimborsi: ad oggi ne sono stati erogati solo 600 su un totale di 6.900 richiesti».

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