Stop alla Bolkestein E il riordino degli ambulanti è sospeso per tre anni
Ambulanti, il bando può attendere. La nuova «gara» che doveva assegnare le nuove licenze per i 4.200 ambulanti di Firenze è in una fase di stallo. E, per una volta, a deciderlo non è una sentenza o una procedura, ma direttamente il governo.
Il 2 dicembre scorso, alle porte col referendum, l’ex presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi ha inviato una lettera al presidente Anci Antonio Decaro per comunicargli che «il governo ha preso atto delle difficoltà applicative della direttiva Bolkestein per quanto riguarda il commercio ambulante». Perché, nonostante l’operazione «liberalizzazione», o meglio concessione per gara, degli spazi di ambulanti (così come di altri beni demaniali, come le spiagge) sia partita 10 anni fa, sono state segnalate ancora «forti criticità». E così, il governo pensa sia giusto oggi «arrivare ad un allineamento della scadenza di ogni concessione in essere al 31-21-2020». Due anni e mezzo in più rispetto alla scadenza finora fissata dal governo Monti, cioè giugno 2017. Scadenza alla quale molti Comuni si erano preparati, predisponendo i bandi. In alcune città del nord, e alcuni Comuni anche toscani, già presentandoli pubblicamente.
Il rinvio è frutto di un lavoro diffuso, e bipartisan, partito da alcune associazioni di categoria (che hanno organizzato proteste rumorose, di cui un paio anche a Firenze), deputati in Parlamento (di ogni tendenza, e tra loro ha avuto un ruolo importante il fiorentino Lorenzo Becattini, Pd) ed attraverso l’Anci è arrivato a Palazzo Chigi. Ci sono alcune città in cui il bando, da qui a giugno, è praticamente irrealizzabile, come Roma. E così ecco che arriva il «momento di approfondimento e riflessione» annunciato da Renzi lo scorso due dicembre.
Una riflessione che non fa contenti tutti, ovviamente. Neanche il Comune di Firenze, a cui il bando serviva per cercare di tamponare il proliferare di «affitti» di bancarelle in centro (per quelle fuori centro, si sarebbe applicato un premio ai «vecchi» concessionari). E per Palazzo Vecchio sarebbe stata l’occasione per dare più punteggi a chi gestiva direttamente le stesse bancarelle e a chi vendeva prodotti di qualità e legati al territorio invece di paccottiglia cinese. Ma la scelta del rinvio da parte del governo Renzi (e che, dai primi segnali, pare confermata anche dal nuovo esecutivo) obbliga tutti a fermarsi un attimo. Tra scadenze congressuali e probabili elezioni politiche a breve (giugno? Settembre?) avere altre proteste non conviene a nessuno.
Vanno lette in questo modo le parole dell’assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini. Commentando la lettera di Renzi, mette la mani avanti. «Il lavoro che è stato fatto sul bando è quasi completato — spiega l’assessore — Aspettiamo che ci sia un segnale definitivo sui tempi di questa vicenda, pensiamo che sia giusto essere coordinati con gli altri Comuni». Il bando infatti era quasi pronto per essere pubblicato e far così partire tutta la procedura a gennaio. Ma dopo l’uscita del governo e con l’Anci che preme per sospendere tutto, un altro rinvio, almeno di molti mesi, è più che probabile.
L’assessore Aspettiamo segnali chiari, vogliamo coordinarci con gli altri Comuni sulla vicenda