Mps, l’ombrello statale è pronto Tre scenari per tre giorni cruciali
Parte la corsa a ostacoli per ricapitalizzare, il governo ha pronto l’«ombrello» Il titolo crolla in Borsa, poi l’accordo sui crediti deteriorati. Cosa può succedere
Una giornata movimentata quella in cui è iniziato l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena. Il titolo cade pesante in Borsa (meno 11%), l’accordo per la cessione al fondo Atlante dei crediti deteriorati arriva solo in serata dopo ore di apprensione. E sempre in serata il neo presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro Padoan annunciano che è pronta l’operazione «salva-risparmio», ossia l’«ombrello» che potrebbe mettere in salvo Banca Mps se non ce la facesse sul mercato. Si aprono tre giorni cruciali per l’istituto senese.
Al termine di una giornata ad altissima tensione, ieri, in concomitanza con l’avvio dell’aumento di capitale, sono andati a posto due tasselli fondamentali dell’operazione di salvataggio del Monte: si è sbloccata la cessione delle sofferenze e il Governo ha messo sul piatto 20 miliardi a sostegno del sistema bancario. Il fondo Atlante ha firmato il contratto di finanziamento per la «tranche mezzanina» delle sofferenze della banca, dopo che in mattinata il gestore del fondo, Quaestio Capital Management, aveva espresso «forti perplessità» mettendo a rischio il buon esito di tutto il piano. Il risultato è stato che il titolo Mps ha lasciato in Borsa l’11%. Le trattative in serata hanno avuto un esito positivo ed è arrivata anche la notizia che il Governo interverrà se necessario, ovvero se nonostante tutto la banca di Siena non riuscirà a rimanere in piedi contando esclusivamente sul mercato. Il Governo ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a uno sforamento di bilancio di 20 miliardi nell’ambito di un’operazione che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha definito «salva-risparmio». «Era un nostro dovere varare questo intervento e mi auguro che questa responsabilità venga condivisa da tutte le forze del Parlamento», ha detto Gentiloni. Se nessuna forza politica si metterà di traverso (per approvare il provvedimento serve la maggioranza assoluta) il Governo avrà le risorse disponibili per poter varare il decreto di salvataggio per il Monte dei Paschi. La firma di Atlante, infatti, sblocca il primo anello della catena, ma l’esito complessivo dell’operazione è ancora tutto da vedere e il risultato è sostanzialmente in mano ai 40 mila risparmiatori titolari degli oltre 2 miliardi di obbligazioni subordinate. Le somme verranno tirate dal Cda venerdì prossimo a Siena, in un’atmosfera forse più consona al venerdì di Pasqua che a quello di Natale. In questi tre giorni si definirà uno dei tre possibili scenari: il salvataggio con le proprie forze, l’intervento dello Stato oppure la risoluzione della banca. Ieri la leader della Cisl Annamaria Furlan aveva chiesto «un percorso per stabilizzare la banca e rincuorare i lavoratori», mentre il segretario generale della Cgil Susanna Camusso aveva auspicato che il Governo non perdesse «ulteriore tempo». I sindacati del Monte, denunciando l’«isolamento della banca», hanno lanciato un appello all’impegno di tutti i soggetti coinvolti.