Clarich non scioglie il rebus Fondazione
Ore decisive anche per Palazzo Sansedoni. La Fondazione Mps, che prima dell’assemblea straordinaria che ha varato l’aumento di capitale è scesa dall’1,4% allo 0,7% di Banca Mps, è ancora alla prese con il rebus dell’adesione all’aumento di capitale. Il termine scade giovedì alle 14 e fonti vicine a Palazzo Sansedoni spiegano che sono in corso le verifiche tecniche ed economiche sull’operazione cui l’ente presieduto da Marcello Clarich potrebbe aderire solo in parte, scendendo ulteriormente. Sul piatto della bilancia anche le considerazioni «politiche», cioè il legame con il territorio e con la Banca — il cui neo presidente Alessandro Falcai è stato indicato proprio da Palazzo Sansedoni — nonché le possibilità che l’investimento, sia pure contenuto come entità, possa in futuro essere redditizio. La decisione arriverà tra oggi e domani, anche se non è stata ancora fissata la data della deputazione amministratrice che dovrà deliberare, mentre il punto sulla situazione sarà concluso solo dopo la Befana, con la riunione della deputazione generale. Palazzo Sansedoni non ha obbligazioni subordinate di Banca Mps, sottolineano le fonti, e deve solo decidere se aderire alla capitalizzazione per la sua quota dato che tutti gli osservatori escludono che ne approfitti per salire, magari sfruttando il prezzo a sconto delle nuovi azioni. La Fondazione in questi giorni ha mantenuto uno stretto riserbo sulle sue mosse — come sulla possibilità di successo dell’aumento di capitale col mercato privato e sull’arrivo di un nuovo socio forte che possa evitare l’intervento dello Stato — e solo all’ultimo minuto farà sapere quale è il suo futuro. In uno scenario, che comunque vada, sarà completamento diverso anche dal recente passato e molto meno legato a Siena e alla Toscana.