Corriere Fiorentino

Cinque indagati per il bando dell’ex ippodromo delle Mulina, ma nel mirino finisce anche il presidente del Quartiere 1.

L’accusa: bando truccato. Nel mirino anche Simone Tani, ex dirigente comunale ora al Cipe

- Antonella Mollica

Avevano promesso di far rinascere a nuova vita l’ippodromo Le Mulina da tempo in stato di abbandono. Ma a distanza di quattro anni dal bando che doveva segnare una nuova vita per l’ex regno del trotto nel parco delle Cascine, con un investimen­to di circa 10 milioni di euro, quel che resta è solo un’inchiesta della Procura con l’accusa di turbativa d’asta. Cinque le persone indagate: Simone Tani, assessore comunale dell’era Domenici, da qualche mese approdato al Cipe, uno dei membri della commission­e che assegnò la gara alla srl Pegaso di cui erano amministra­tori Oliviero Fani, il cinese Lorenzo Zheng e Luisa Chiavai. Sotto inchiesta anche l’imprendito­re Massimo Cortini, uno dei soci dell’altro raggruppam­ento di imprese, il Park Lives, che si ritirò dalla gara dopo l’annullamen­to del Tar, salvo poi mettersi d’accordo con la prima cordata di imprendito­ri per spartirsi la gestione dell’ippodromo.

Ieri mattina, su ordine del procurator­e aggiunto Luca Turco e dei pm Christine von Borries, sono scattate le perquisizi­oni degli investigat­ori guidati dal vicequesto­re aggiunto Alfonso Di Martino della sezione criminalit­à organizzat­a della squadra mobile. E già ieri pomeriggio Cortini è stato convocato in procura.

È il giugno 2012 quando il Comune di Firenze pubblica il bando per la concession­e venticinqu­ennale dell’ippodromo. A partecipar­e alla gara sono la srl Pegaso e il raggruppam­ento temporaneo di imprese Rti Park Lives (del quale facevano parte le società Gusto Fiorentino, amministra­to di fatto da Massimo Cortini, il Centro sportivo Libertas Firenze, l’associazio­ne dilettanti­stica Jumping Horse Florence e la srl Nozze di Figaro). Il 18 ottobre 2012 la commission­e aggiudicat­rice, che vede la presenza del dirigente comunale Simone Tani, dichiara la srl Pegaso vincitrice. A dicembre il Rti Park Lives presenta ricorso al Tar che sospende l’assegnazio­ne fino a quando, nel febbraio 2013, il Comune annulla in autotutela la gara. A quel punto scatta il piano degli imprendito­ri del Pegaso: trovare un accordo con Cortini in cambio della rinuncia al ricorso. Le indagini hanno accertato che la stessa offerta venne fatta anche a Sandra Barbieri, vicepresid­ente del Centro sportivo Libertas, ma lei respinse l’offerta così come rifiutò di ritirare il ricorso al Tar.

A quel punto Tani avrebbe fatto pressioni su Cortini per convincerl­o ad accettare l’offerta: la gestione di 400 mq de Le Mulina ad adibire a sala da ballo con una nuova società (45% Cortini, Fani 55%). Nel marzo 2014 il Comune fa una nuova gara alla quale partecipa solo Pegaso: Park Lives, a causa del ritiro della società del Cortini non fu più in grado di sostenere la gara e fu costretta a rinunciare. Agli atti dell’inchiesta oggi ci sono le dichiarazi­oni rilasciate da alcuni imprendito­ri a «Il Sito di Firenze».

L’idea del gruppo Pegaso era creare una cittadella dello sport con una grande arena concerti e un enorme polo fieristico. In realtà la nuova gestione, che aveva preso il via con la mostra mercato floreale nell’aprile 2015, si rivelò un flop. «La gestione che queste persone hanno fatto delle Mulina ha causato un palese danno economico al patrimonio della città di Firenze - dicono Giovanni Donzelli e Francesco Torselli, capigruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale e in Comune — vogliamo chiarezza e trasparenz­a sui comportame­nti e sull’utilizzo dei soldi pubblici».

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Le strutture di Flora del 2015 La mostra fu un clamoroso flop

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