Cinque indagati per il bando dell’ex ippodromo delle Mulina, ma nel mirino finisce anche il presidente del Quartiere 1.
L’accusa: bando truccato. Nel mirino anche Simone Tani, ex dirigente comunale ora al Cipe
Avevano promesso di far rinascere a nuova vita l’ippodromo Le Mulina da tempo in stato di abbandono. Ma a distanza di quattro anni dal bando che doveva segnare una nuova vita per l’ex regno del trotto nel parco delle Cascine, con un investimento di circa 10 milioni di euro, quel che resta è solo un’inchiesta della Procura con l’accusa di turbativa d’asta. Cinque le persone indagate: Simone Tani, assessore comunale dell’era Domenici, da qualche mese approdato al Cipe, uno dei membri della commissione che assegnò la gara alla srl Pegaso di cui erano amministratori Oliviero Fani, il cinese Lorenzo Zheng e Luisa Chiavai. Sotto inchiesta anche l’imprenditore Massimo Cortini, uno dei soci dell’altro raggruppamento di imprese, il Park Lives, che si ritirò dalla gara dopo l’annullamento del Tar, salvo poi mettersi d’accordo con la prima cordata di imprenditori per spartirsi la gestione dell’ippodromo.
Ieri mattina, su ordine del procuratore aggiunto Luca Turco e dei pm Christine von Borries, sono scattate le perquisizioni degli investigatori guidati dal vicequestore aggiunto Alfonso Di Martino della sezione criminalità organizzata della squadra mobile. E già ieri pomeriggio Cortini è stato convocato in procura.
È il giugno 2012 quando il Comune di Firenze pubblica il bando per la concessione venticinquennale dell’ippodromo. A partecipare alla gara sono la srl Pegaso e il raggruppamento temporaneo di imprese Rti Park Lives (del quale facevano parte le società Gusto Fiorentino, amministrato di fatto da Massimo Cortini, il Centro sportivo Libertas Firenze, l’associazione dilettantistica Jumping Horse Florence e la srl Nozze di Figaro). Il 18 ottobre 2012 la commissione aggiudicatrice, che vede la presenza del dirigente comunale Simone Tani, dichiara la srl Pegaso vincitrice. A dicembre il Rti Park Lives presenta ricorso al Tar che sospende l’assegnazione fino a quando, nel febbraio 2013, il Comune annulla in autotutela la gara. A quel punto scatta il piano degli imprenditori del Pegaso: trovare un accordo con Cortini in cambio della rinuncia al ricorso. Le indagini hanno accertato che la stessa offerta venne fatta anche a Sandra Barbieri, vicepresidente del Centro sportivo Libertas, ma lei respinse l’offerta così come rifiutò di ritirare il ricorso al Tar.
A quel punto Tani avrebbe fatto pressioni su Cortini per convincerlo ad accettare l’offerta: la gestione di 400 mq de Le Mulina ad adibire a sala da ballo con una nuova società (45% Cortini, Fani 55%). Nel marzo 2014 il Comune fa una nuova gara alla quale partecipa solo Pegaso: Park Lives, a causa del ritiro della società del Cortini non fu più in grado di sostenere la gara e fu costretta a rinunciare. Agli atti dell’inchiesta oggi ci sono le dichiarazioni rilasciate da alcuni imprenditori a «Il Sito di Firenze».
L’idea del gruppo Pegaso era creare una cittadella dello sport con una grande arena concerti e un enorme polo fieristico. In realtà la nuova gestione, che aveva preso il via con la mostra mercato floreale nell’aprile 2015, si rivelò un flop. «La gestione che queste persone hanno fatto delle Mulina ha causato un palese danno economico al patrimonio della città di Firenze - dicono Giovanni Donzelli e Francesco Torselli, capigruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale e in Comune — vogliamo chiarezza e trasparenza sui comportamenti e sull’utilizzo dei soldi pubblici».