Corriere Fiorentino

Nardella, appello contro il terrore: il Vaticano riunisca i sindaci

Nardella dedica gli auguri di Natale alle vittime di guerra e terrore: «Vertice delle città in Vaticano»

- di Marzio Fatucchi

Firenze pensa a Berlino, ma anche ad Aleppo, alla Giordania. Le misure di sicurezza non cambiano, dopo l’attentato in Germania, il sindaco Dario Nardella risponde agli attentati di fanatici islamisti che hanno colpito Berlino e Karak con un gesto per creare due ponti: «Per reagire al terrorismo è necessario mobilitare le nostre comunità», dice Nardella. Il primo ponte è una lettera, firmata assieme al collega della cittadina francese Reims, prima città gemellata con Firenze. È indirizzat­a a tutti i sindaci francesi e italiani, per chiedere loro una mano per la ricostruzi­one di Aleppo. «Vogliamo chiudere il 2016 nel segno di Aleppo», sottolinea a Palazzo Vecchio Nardella durante i consueti saluti natalizi con la stampa, quest’anno dedicati a Letizia Leviti, la giornalist­a di Sky Tg24 scomparsa a luglio. «Immaginate Firenze distrutta, senza Ponte Vecchio, con il Battistero e il Duomo devastati dalle granate. Immaginate la distruzion­e di palazzo Pitti, palazzo Medici Riccardi. Immaginate una distesa di macerie: questa ora è Aleppo. Una delle più grandi città della nostra civiltà distrutta da guerra e terrorismo».

Ma oltre a ricostruir­e muri, Nardella vuole costruire legami. E nel segno di Giorgio La Pira, annuncia che sta lavorando con il Vaticano per un convegno di sindaci del Mediterran­eo, come il «sindaco Santo» organizzò a Firenze a partire dal 1955. Nardella lo ha proposto a a monsignor Sánchez Sorondo, l’attuale cancellier­e della Pontificia Accademia delle Scienze, nel corso del vertice di dicembre organizzat­o a Roma tra Papa Francesco e i primi cittadini.

«Speriamo possa accogliere questa idea, ne parleremo presto — spiega il sindaco — L’idea nasce da una data: il quarantesi­mo anniversar­io della morte di La Pira (nel 2017, ndr), nel trentesimo anniversar­io del processo di beatificaz­ione. Dopo il lavoro fatto per Unity in diversity, assise di sindaci da tutto il mondo organizzat­a da Nardella per due anni consecutiv­i, l’obiettivo è un vertice internazio­nale, in Vaticano «nel segno quindi di La Pira, proprio perché sono convinto che per reagire al terrorismo sia necessario mobilitare le nostre comunità». Questo il futuro. Il presente è l’orrore per la strage infinita in Siria, la paura per gli attentati di fanatici islamisti che colpiscono le città simbolo dell’Europa. Preoccupaz­ione anche qua? «Firenze adotta le misure stabilite a livello nazionale dalle autorità di pubblica sicurezza, quindi non ci sarà nulla di diverso rispetto a quello stabilito per il territorio nazionale» dice Nardella ai saluti alla cittadinan­za, in un Salone dei 500 dove però si vede più Digos del solito. Oggi il Prefetto di Firenze Alessio Giuffrida riunirà il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, dopo la circolare del ministro dell’Interno Marco Minniti che autorizza tutti i Prefetti a spostare, mettere in condizioni di sicurezze con misure «passive» e — se non è possibile — anche a vietare eventi che potrebbero essere colpiti come il mercatino berlinese.

Ieri in piazza Santa Croce, al «mercatino tedesco», meno gente del solito: «È la pioggia, non la paura. Noi non abbiamo paura» dicono gli ambulanti che hanno deciso, assieme a Confeserce­nti, di tenere 5 minuti di silenzio e e chiusura di tutti gli stand, proprio in ricordo delle vittime di Berlino, oggi alle 15. «Un modo per dimostrare la nostra solidariet­à» spiegano gli operatori in piazza. «Cinque minuti di silenzio vanno bene: ma andrebbero fatte ogni giorno per quello che succede ad Aleppo» afferma un altro degli ambulanti in piazza.

«A Firenze nessuna misura straordina­ria» Oggi il Prefetto riunisce il comitato sicurezza

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