Corriere Fiorentino

Sousa-Sarri, sfida tra opposti

Il match contro i partenopei chiuderà il 2016: in palio punti molto pesanti Il mister di Figline piace a Corvino e lui ha simpatia per i viola, però De Laurentiis non lo molla

- Leonardo Bardazzi

Ancora dubbi sul recupero di Borja Lo spagnolo lamenta dolori alla caviglia Infermeria

Il più applaudito contro il più criticato. Messa così suona molto male per Paulo Sousa, reduce da due sconfitte pesanti e lontanissi­mo dal rendimento dello scorso anno. Una situazione opposta a quella del suo avversario, che anche senza un centravant­i di ruolo segna a raffica (è il miglior attacco del campionato con 37 gol) e dà spettacolo.

Maurizio Sarri infatti è l’allenatore del momento. Il suo Napoli gioca il miglior calcio d’Italia, ha un gioco corale e divertente. Grazie a lui il San Paolo è tornato a sognare in grande, Hamsik fa di nuovo la differenza e perfino l’ex trequartis­ta Mertens si è trasformat­o in un bomber implacabil­e (7 gol nelle ultime due partite). Non a caso il «Diabolik» di Figline Valdarno (i suoi amici lo chiamano così per una certa somiglianz­a con il mitico ladro delle sorelle Giussani) piace un po’ a tutti. Corvino compreso. «Sarri è un tipo da marciapied­e come me, ma ha cultura del lavoro ed è un allenatore di qualità», disse Pantaleo subito dopo la frase infelice rivolta dall’allenatore toscano («Sei un frocio») al collega Mancini. La stima, il feeling profession­ale tra i due d’altra parte non è un mistero per nessuno. A Natale 2014 Corvino pensò a Sarri per il suo Bologna. Averlo sulla panchina rossoblu sarebbe stato il massimo, ma le difficoltà di Lopez indussero Pantaleo all’esonero e alla scelta di Delio Rossi (allora Sarri allenava l’Empoli e sarebbe stato disponibil­e solo in estate). Logico dunque che con Sousa destinato ad andarsene a fine stagione, certi amori tornino d’attualità. Anche perché Sarri sarebbe la prima scelta della Fiorentina. Strapparlo al Napoli però sarà impossibil­e, a meno che il rapporto tra il ruspante tecnico e il patron napoletano De Laurentiis non prenda una brutta piega (tra i due ci sono già state discussion­i accese).

Nato a Napoli e tifoso azzurro da sempre, Sarri sull’argomento tace, ma di certo la Fiorentina non gli è indifferen­te: «Da fiorentino è una gioia rivedere Rui Costa», ha ammesso durante la recente sfida al Benfica in Champions. «Sono nato a 15 chilometri dal Franchi, coi viola non sarà mai una partita come le altre», disse invece lo scorso anno. Tutti messaggi che confermano la sua simpatia per il viola.

Domani sera però non ci sarà spazio per niente di tutto questo, tanto che a Sousa servirà la notte perfetta per fermarlo e chiudere questo grigio 2016 con un sorriso. L’anno scorso ci andò davvero vicino, con quel super gol di Kalinic che illuse all’andata e il vantaggio di Alonso (poi pareggiato da Higuain) che infiammò il Franchi al ritorno. Domani ci riproverà, magari sfruttando la voglia di riscossa di una squadra ferita. A proposito di ferita, quella sulla caviglia di Borja Valero fa ancora male. Dopo Baku lo spagnolo non si è più allenato con il resto della squadra e ancora lamenta dolore: la sua presenza in campo contro il Napoli è a forte rischio. Paulo comunque potrà contare sul rientro di Badelj e sul recupero di Gonzalo e Tomovic (già a completa disposizio­ne dopo lo spavento di domenica). Rabbia e orgoglio contro organizzaz­ione ed entusiasmo, 4-2-3-1 contro il classico 4-3-3 napoletano: per il Capodanno c’è ancora tempo, ma la sfida doppia SousaSarri tra campo e mercato, promette fuochi d’artificio.

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Paulo Sousa, 46 anni, portoghese di Viseu e Maurizio Sarri, 57, nato a Napoli ma cresciuto a Figline, domani sera si sfideranno
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