L’addio a Rosetta: «Ma ora niente rabbia verso la badante»
Tavarnuzze, ai funerali dell’anziana appello del parroco e del Comune. Oggi lo sfratto della badante
Grazie al passaparola organizzato un presidio davanti alla casa «La figlia non vede l’ora di tornarci e noi la aiuteremo a risistemare»
Richiama i suoi parrocchiani «alla pace e alla tranquillità». Si raccomanda di far scorrere via i giorni di rabbia. L’appello di don Andre nella chiesa del Sacro Cuore a Tavarnuzze arriva al termine della cerimonia funebre della signora Rosina o Rosetta, come la chiamavano tutti in paese. In chiesa c’è un centinaio di persone, in tanti conoscevano l’anziana signora che si dava da fare in parrocchia, che con la figlia disabile Lucia ha frequentato a lungo il Gruppo Volontari Tavarnuzze, ma la sua storia è ben impressa nella mente di tutto il paese, da quando, sette mesi fa, la sua casa è stata «occupata» dalla sua ex badante.
La vicenda è iniziata quando Rosetta è stata ricoverata in ospedale per la rottura di un femore ed è rimasta fuori casa per la riabilitazione, mentre Lucia, la figlia disabile, era ospitata in un istituto di suore. In quei giorni il tutore di Lucia aveva consegnato una lettera di chiusura del rapporto di lavoro notte tra domenica e lunedì, a poche ore dalla data, fissata per oggi, in cui un ufficiale giudiziario, con un seguito di avvocati, forze dell’ordine un fabbro, si farà avanti per liberare l’appartamento di via Cassia.
Alle operazioni di sfratto vogliono partecipare in tanti di coloro che ieri erano in chiesa ad assistere il funerale dell’anziana. Un presidio è stato organizzato con il passaparola, «La rabbia è tanta, se non si risolve ora questa situazione non si sa cosa può succedere», si lascia scappare qualcuno appena fuori dal porticato del Sacro Cuore.In chiesa prende la parola l’assessora ai servizi socio sanitari, Lilian Kraft, porta le condoglianze dell’amministrazione: «Questa è una vicenda che ci addolora tutti, siamo a fianco della famiglia e siamo sicuri che il territorio saprà sempre esprimere vicinanza e affetto a Lucia». E poi Kraft aggiunge: «Cerchiamo di superare la rabbia e trasformarla in amore per Lucia». Qualcuno bisbiglia nelle ultime panche: Cento persone ieri alla chiesa del Sacro Cuore di Tavarnuzze per i funerali di Rosetta alla badante che aveva seguito le due donne per circa tre anni e che non se ne è voluta andare dall’appartamento dove aveva la residenza, in attesa di soldi che a suo parere le spettano. Il giudice del lavoro si deve ancora esprimere mentre un altro giudice ad agosto ha deciso per lo sfratto. Rosetta è morta nella «Ma il Comune cosa ha fatto per accelerare lo sfratto, per risolvere questa situazione paradossale? Sembra tutto incredibile». La rabbia e il dolore tornano nelle parole di una rappresentante del Gruppo volontari di Tavarnuzze: «Quella di Rosetta, lo sappiamo, non è stata una vita facile, se n’è andata in silenzio e con sofferenza, senza riuscire a tornare a casa sua. Siamo di fronte a un’ingiustizia, ora più che mai Lucia deve sentire il nostro affetto».
In fondo alla chiesa si lasciano le offerte in memoria di Rosina, un ultimo abbraccio a Lucia che viene accompagnata fuori, la bara è già sul carro funebre, un capannello di signore si mette d’accordo per andare a vedere la casa una volta che sarà «liberata». «Chissà cosa troveremo là dentro, ci sarà da risistemare, se manca qualcosa lo recupereremo, ora in quell’appartamento ci vivrà Lucia con la nuova badante Esmeralda, non vede l’ora di tornare».
Solidarietà