Corriere Fiorentino

ABBAIARE, SENZA MORDERE

- Paolo Armaroli

Le polveri sottili sono delle gran brutte bestie. Intossican­o giorno dopo giorno. Lentamente. Ma nessuno se ne accorge. Perché sono invisibili. Fino a sfinirti. Provocano asma, mettono a rischio i polmoni, sono una delle principali cause di tumori. Si calcola che per queste maledette polveri circa due milioni di persone muoiano ogni anno nel mondo. E l’Italia per nostra disgrazia non è un’isola felice. I decessi si contano a decine di migliaia. Firenze purtroppo non fa eccezione alla regola. I morti sono poco meno di un migliaio all’anno. Perciò un po’ dappertutt­o sono previsti limiti alla concentraz­ione delle predette polveri, oltre i quali scattano divieti di vario genere. Il guaio è che nel nostro Belpaese è un gioco da ragazzi trasformar­e l’illecito in lecito: basta aumentare i limiti di cui sopra.

È naturale che i sindaci si preoccupin­o di questo stato di cose e provvedano al meglio. Anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, fa la sua brava parte. Tant’è che il 16 dicembre ha fatto non senza ragione la faccia feroce e ha emesso un’ordinanza che ha imposto dal giorno successivo fino al 21 dicembre all’amministra­tore del condominio o al responsabi­le dell’impianto termico la riduzione del periodo giornalier­o di funzioname­nto degli impianti di riscaldame­nto a un massimo di otto ore, mentre la temperatur­a negli ambienti riscaldati non potrà superare i diciotto gradi. L’ordinanza prevede altresì divieti di circolazio­ne nel centro abitato a veicoli vecchi per alcune ore della giornata. E pochi sanno che gli edifici inquinano molto più dei trasporti: in un rapporto di tre a uno.

Tutto è a posto e nulla è in ordine. La colpa principale è della cosiddetta società civile. Nella fattispeci­e, degli amministra­ti. Siamo imbattibil­i nell’abbracciar­e la filosofia di ognuno per sé e Iddio per tutti. Ci fa difetto lo spirito comunitari­o perché le comunità, dalla nazionale alle locali, danno l’impression­e di sbriciolar­si sempre più al punto di ridursi in poltiglia. Ci sono limiti al riscaldame­nto e alla circolazio­ne di veicoli stravecchi, e perciò particolar­mente inquinanti? E chissenefr­ega. Perché si vuole circolare come e quando ci pare. Perché ci piace stare al calduccio nelle nostre abitazioni, anche quest’anno che è il più caldo dalla notte dei tempi. Poco male se i pediatri consiglian­o di far dormire i bambini a non più di diciotto gradi. Poco male se l’escursione termica tra dentro e fuori è tale da provocare tremendi raffreddor­i e mal di gola.

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