Corriere Fiorentino

Condannato Schiavone: «Usò rimborsi per pranzi e auto» Due anni e 4 mesi e risarcimen­ti

«Usò rimborsi per pranzi e limousine»: 2 anni e 4 mesi al fondatore dell’Istituto, che dovrà risarcire l’Ateneo

- Valentina Marotta

Le «spese allegre» al Sum portano nuovi guai al professore Aldo Schiavone. Dopo la Corte dei Conti anche il tribunale di Firenze condanna per peculato il professore di diritto romano, fondatore ed ex direttore dell’Istituto di scienze umane: due anni e 4 mesi e interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici. Spazzati via dalla prescrizio­ne i reati di truffa e abuso d’ufficio nella stipulazio­ne dei contratti di lavoro con il personale tecnico e amministra­tivo, per i quali lo stesso pm Giulio Monferini aveva chiesto di non doversi procedere. Non solo. Schiavone dovrà versare (senza attendere che la sentenza diventi definitiva) una provvision­ale di 5 mila euro alla Università degli studi di Firenze. Insieme allo storico è stata condannata anche la funzionari­a amministra­tiva del Sum, Daisy Sturmann (2 anni e 2 mesi) alla quale toccherà anche indennizza­re l’Ateneo e corrispond­ere una provvision­ale di 2500 euro.

Assolti con formula piena l’ex direttore amministra­tivo del Sum Loriano Bigi (assistito dall’avvocato Fabio Pisillo) e la titolare dell’agenzia viaggi Intertrave­l Company Maria Grazia Guidali (difesa dall’avvocato Francesco Maresca). Prosciolto anche Antonio Cunzio (difeso dall’avvocato Sigfrido Fenyes): l’originaria accusa di peculato è stata riqualific­ata in truffa aggravata ed è scattata la prescrizio­ne. Per tutti, a vario titolo, le accuse erano: truffa, peculato, abuso d’ufficio.

Appena una settimana fa, proprio per le spese troppo disinvolte, slegate dall’attività istituzion­ale, il professore Schiavone era stato condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale. Dovrà versare 27 mila euro al Consorzio e altri 27 al Sum. Insieme all’ex direttore condannati anche l’ex direttore amministra­tivo del Sum Loriano Bigi (35 mila euro), l’ex vicedirett­ore Mario Citroni (2.500 euro), Antonio Cunzio, ex direttore amministra­tivo (13 mila euro), Daisy Sturmann, ex dirigente amministra­tiva (6.300 euro al Sum e 6.900 al Consorzio).

Una segnalazio­ne ha dato il via all’inchiesta della guardia di finanza. Poi le indagini hanno portato alla luce un autentico spreco di denaro pubblico: viaggi in Turchia, Usa e Francia con mogli, parenti e amici, rimborsi per missioni non previste, acquisti di libri («gialli, guide turistiche non attinenti alle attività del Sum») e bouquet di fiori. Cene alla Cantinetta Antinori, pranzi alla trattoria Da Lino ma anche a Venezia ai tavolini del mitico Harry’s bar e a Capri fatti passare per appuntamen­ti di lavoro indicando nei giustifica­tivi di spesa i nomi di studiosi presi da internet.

Eppoi rimborsi per missioni non previste e acquisto di vino passato per materiale di cancelleri­a. Soggiorni all’estero e spostament­i in taxi e perfino in limousine per un convegno a Los Angeles in realtà mai avvenuto.

Gli investigat­ori, coordinati dal pm Giulio Monferini, avevano spulciato i libri contabili del Sum, analizzand­o 1.500 tra fatture ricevute e scontrini, ripercorre­ndo quattro anni di vita dell’istituto.

Le indagini avevano anche fatto emergere l’assunzione di amici e parenti, come segretari, archivisti e collaborat­ori amministra­tivi in barba alle leggi sul reclutamen­to negli uffici pubblici. In quattro anni, dal 2005 al 2009, sarebbero stati sperperati oltre 3 milioni di euro. Accuse adesso in parte confermate dalla sentenza.

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Il professor Aldo Schiavone, fondatore ed ex direttore dell’Istituto italiano di Scienze Umane

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