Corriere Fiorentino

UN PRONTO SOCCORSO CHE MERITA IL GONFALONE

- di Stefano Grifoni

Nella relazione e quindi nella comunicazi­one tra medico e paziente le parole devono essere capaci di destare fiducia e speranza in chi le ascolta. Un medico deve essere sincero ma anche attento alle conseguenz­e emozionali delle sue parole, che possono suscitare angoscia, disperazio­ne, che possono ferire la dignità delle persone malate e non malate. Per questo, non deve usare parole e gesti che nascano dall’indifferen­za e dalla impazienza.

Comunicare è anche uscire da sé stessi e immedesima­rsi nella vita di un altro, entrare nei suoi pensieri e cercare di comprender­e i suoi bisogni. (...) Si tratta di entrare in relazione con una persona che soffre. Le parole non sono mai inerti, una volta pronunciat­e non ci appartengo­no più e possono indurre a speranza o a disperazio­ne.

(...) Le parole non sono incolori, non sono semplici, non sono insignific­anti per il paziente che le ascolta. La comunicazi­one tra medico e paziente trova la sua concretezz­a nel momento in cui si avvicina la sentenza. La prodigiosa avanzata delle tecnologie consente di fornire oggi diagnosi e cure con una rapidità inimmagina­bile ma questo rischia di avvenire senza tenere presente la persona malata. L’immediatez­za della diagnosi può chiarire l’origine dei disturbi espressi dal paziente ma talvolta non risponde e non riduce le sue ansie.

(...) Le parole di un medico sono perciò come un bisturi: vanno usate con la massima precauzion­e, perché possono provocare danni seri, talvolta irreversib­ili e possono incidere sulle condizioni cliniche del paziente. Le parole sono equiparabi­li ad uno strumento scientific­o, quali sono la chirurgia, la radioterap­ia e la chemiotera­pia, essenziali nella cura dei tumori. Le parole hanno cioè un potere terapeutic­o, sono in grado di aiutare, di indicare un cammino verso la guarigione.

(...) Una buona relazione medico-paziente è anche in grado di ridurre i costi sociali dei processi di cura, migliorand­o l’efficienza delle terapie e riducendo il numero dei test diagnostic­i e di visite. Serve anche a ridurre il contenzios­o legale. Le denunce per cattive pratiche in Sanità non sono da imputare esclusivam­ente a errori clinici; spesso quello che spinge un paziente e i suoi familiari a denunciare il medico non è necessaria­mente una diagnosi non corretta o una terapia inappropri­ata, ma una scarsa e cattiva comunicazi­one.

 Medico e paziente La terapia comincia trovando le parole giuste: prima di tutto bisogna capire che ti sta davanti

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 ??  ?? Il libro «I colori, i rumori, gli odori della salute» (Polistampa) In alto Stefano Grifoni ieri in Consiglio regionale
Il libro «I colori, i rumori, gli odori della salute» (Polistampa) In alto Stefano Grifoni ieri in Consiglio regionale

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