Etruria, anche il vescovo attacca: ingiustizia
«Prima viene comunque la giustizia. È necessario che i principii che valsero per salvare i risparmi degli altri siano rispettati anche quando si tratta dei diritti dei poveri aretini». Un’omelia particolare quella del vescovo di Arezzo Riccardo Fontana che, durante la messa di Natale, ha voluto lanciare un grido di protesta. Il riferimento è al recente salvataggio del Monte dei Paschi di Siena da parte dello Stato, sorte ben diversa da quella toccata un anno fa a Banca Etruria. «Le forme non tocca alla Chiesa indicarle — proseguiva l’omelia —– ma non taceremo finché non sia rispettato il diritto di questa città». La polemica del vescovo si unisce a quella dei risparmiatori e del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli che ha definito «inaccettabile» il trattamento riservato ai suoi cittadini rimproverando allo stato di aver usato «due pesi e due misure». D’accordo anche il primo cittadino di Siena Bruno Valentini. «Capisco Ghinelli e la sua rabbia: occorre lavorare perché la difesa del risparmio è un diritto costituzionale. Stiamo parlando non solo di cittadini di Arezzo ma anche molti senesi avevano investimenti in Banca Etruria». Meno complicità Valentini ne ha con il vescovo della diocesi aretina. «Mi auguro che la stessa severità Fontana la applichi anche per le vicende legate allo Ior, poiché la banca vaticana non è sempre così trasparente nelle sue azioni».