La giacca tecnologica di Matteo Ciuti è un ufficio mobile
Non chiamatelo stilista. Anche la parola «moda» se non abbinata ai concetti di funzionalità e praticità gli crea un certo imbarazzo. Eppure con la sua linea di capospalla intelligenti Kilt heritage Matteo Ciuti, nato a Rosignano Solvay nel 1973 e oggi di stanza a Prato, è tra i creativi più accreditati di questa edizione di Pitti tanto da essere stato selezionato dal servizio di tutorship di Pittimmagine come talento da accompagnare nella crescita. La sua ultima creazione in mostra al padiglione I-Play (stand 10) in Fortezza è una giacca multitasking capace di accogliere al suo interno «in modo invisibile e funzionale» tutti gli accessori tecnologici dallo smartphone all’iPad e dal carica batteria alle cuffie, di cui l’uomo che viaggia e abita le città si serve per lavorare e comunicare. Una sorta di ufficio-mobile dall’estetica curata, facile da indossare. Oltre che leggerissimo, «poiché – racconta– è realizzato con materiali altamente performanti. Studi all’istituto tecnico industriale e laurea in transportation design all’Istituto Superiore di Scienza dell’Automobile di Modena Matteo Ciuti si direbbe un outsider del settore moda. Tanto più che prima di dedicarsi all’abbigliamento ha lavorato per celebri brand stranieri allo sviluppo di avveniristici modelli a due ruote. Alla fine degli anni ‘90 l’illuminazione, quando un marchio di bici da corsa gli chiede di disegnare una linea di abbigliamento da spinning. Un trampolino di lancio che lo ha portato a creare il successo di alcuni marchi — da Frankie Garage a Noodle park — fino alla fondazione nel 2011 di Kilt heritage. «Il nome del marchio si lega al prodotto il classico Quilty Jacket (la giacca trapuntata) – racconta Ciuti – reinterpretata secondo i nostri canoni. Una volta che il mercato ha seguito il trend abbiamo deciso di innovare dedicandoci al nuovo concetto di giacca urbana». Un prodotto innovativo anche per alcuni brevetti che contiene. «Il sistema di clip magnetiche inserite nel cappuccio in modo da non perdere o avere penzoloni le auricolari – spiega – o le bretelle che consentono all’uomo sempre in movimento di levare la giacca e trasportarla senza avere le mani ingombrate».