Diego anti Juve
Maradona premiato a Firenze: domenica che gran risultato
Bergomi, Maldini, Oriali, Falcao, Tardelli, Antognoni, Paolo Rossi e Diego Maradona. No, non è un pezzo della formazione dei sogni, ma il parterre de rois di ieri a Palazzo Vecchio. Con l’indimenticato Pibe de Oro protagonista assoluto. Seduto in mezzo tra Giancarlo Antognoni e Paolo Maldini, Maradona ha riso e fatto ridere, mentre l’Unico 10 viola si improvvisava Cicerone per fargli apprezzare le bellezze del Salone de’ Cinquecento e il sindaco Nardella diventava spalla involontaria delle sue battute: «Sono felicissimo di essere qui — spiega dal palco — a Firenze c’è Coverciano e questo mi fa sentire dentro al calcio, mi fa sentire a casa».
Poi la gag con Nardella: «Sono nato a Napoli e tifo viola — dice il sindaco — ma non ho mai visto una simbiosi tra una città e un calciatore come quella tra Diego e Napoli». «Sei nato a Napoli ma tifi viola? Tutti abbiamo dei problemi — gli risponde Diego — la vittoria della Fiorentina però domenica mi è piaciuta davvero, così almeno la Juventus è un po’ meno lassù. Chi mi piace tra Messi, Dybala e Higuain? Messi è il migliore con la palla ai piedi. Higuain invece fa gol, ma con la palla se la cava così e così». Occhialini scuri, tuta e cappellino in testa, l’ex fuoriclasse argentino, accompagnato dal figlio Diego jr, è arrivato poco prima di mezzogiorno, quando la sesta edizione della Hall of Fame del calcio italiano, era già cominciata. Diego (in Italia per qualche giorno) si è preso gli applausi del pubblico presente e poi ha salutato tutti, nessuno escluso. Neppure il suo vecchio presidente Ferlaino, col quale, anche dopo il suo addio al Napoli, ha avuto non poche discussioni: «Amo Napoli e Ferlaino ne fa parte. Ricordo quando feci via Caracciolo tutta palleggiando, ma in vita mia io ho palleggiato con qualsiasi cosa». Prima di ritirare il suo premio (già vinto nel 2014), sul maxischermo passano le sue migliori giocate. E sono brividi per tutti: la punizione contro Claudio Ranieri premiato dal presidente federale Carlo Tavecchio Sulla destra, Maradona con il sindaco Dario Nardella Tacconi e la Juve, il gol da metà campo contro il Verona, i dribbling al Mondiale del Messico, fino al rigore segnato all’Italia proprio al San Paolo: «Diego è come Van Gogh», si spiega nelle motivazioni.
Durante la videoclip anche Diego vibra per le emozioni, poi però le immagini mostrano un tunnel ai danni di Maldini e lui si scioglie prendendo in giro l’ex milanista lì accanto. Dopo le foto di rito, Maradona saluta e se ne va (da una porta secondaria): «Ho parlato con De Laurentiis — chiude — forse tornerò a lavorare nel Napoli e sarò allo stadio per la partita con il Real Madrid». Non solo Diego, comunque. Perché Bergomi, Falcao, Pablito Rossi («Tornai in Brasile in vacanza ma il tassista mi fece scendere dalla macchina»), King Claudio Ranieri («Per i bookmakers era più facile che tornasse vivo Elvis piuttosto che la vittoria del Leicester»), la capitana azzurra Gabbiadini e il padrone di casa Giancarlo Antognoni, hanno contribuito, almeno per un giorno, a rendere Firenze la capitale del calcio: «Firenze ama il calcio ed è fiera di ospitare la Hall of Fame», chiude Nardella. L’appuntamento allora è tra dodici mesi. Per un’altra parata di campioni.