«Servono concorsi di grandi idee, non arrangiamenti»
1 «Palazzo Vecchio ha deciso di togliere il parcheggio da piazza del Carmine e di demolire le baracche o ciò che rimaneva del fu glorioso Mercato delle Pulci, perché evidentemente le giudicava due funzioni incongrue per Carmine e Ciompi. Fino agli Sessanta, piazza della Signoria era un tappeto di auto: vedere quelle foto oggi fa sorridere. Poi è diventato evidente che una piazza monumentale non potesse essere un parcheggio: ciò vale anche per piazza del Carmine, con una chiesa favolosa, in un quartiere così importante. Quindi il Comune ha fatto assolutamente bene a fare quello che ha fatto. Le piazze devono tornare ai cittadini. Il problema, adesso, dopo una decisione giusta è trovare una grande idea per fare in modo che queste piazze possano avere anche una vita. Non è sufficiente avere uno spazio vuoto per avere una piazza. L’Alberti faceva un parallelo tra la città e la casa: la piazza è come il nostro soggiorno, bisogna riempirlo di opportunità e vita di aggregazione. Ma tutto questo sta mancando. Questi due vuoti sono diventati difficilissimi da far rivivere. Come usare questi spazi? Serve un’azione creativa, ma non penso che possa venire dal basso: serve un concorso con grandi architetti e grandi artisti, che sappiano lavorare sullo spazio pubblico».
2 «Qui la partita è molto complicata: disegnare una piazza non è come progettare una panchina o altro. Non è un problema di design, ma di come dare forma allo spazio urbano, di come tornare a fare incontrare la gente, dedicando particolare attenzione ai fiorentini. Ormai era palese che il mercato delle pulci non era più quello effervescente, uno dei simboli della vitalità di Santa Croce. Erano rimaste solo baracchette che, certo, non rappresentavano più l’eccellenza di una volta».
3 «Lo spazio verde è importantissimo, ma deve essere trattato con dignità. Troppo facile pensare di risolvere i problemi piantando qualche albero: un’aiuola non risolve niente, rischia di essere demagogia. Anche il verde richiede una sua dimensione, non basta il posto. Firenze storicamente non ha mai esibito il verde, se non nei grandi palazzi, e l’ipotesi del boschetto al Carmine non pare granché funzionale ad uno spazio monumentale simile».
4 «Qui serve il miglior architetto, il miglior dottore per far rinascere la piazza. Il Carmine ha un valore culturale e artistico universale: questa piazza deve essere un luogo di dialogo tra l’arte e l’Oltrarno, con concerti, installazioni e altri eventi di qualità che attirino tanta gente».
La rinascita dei due spazi non può partire dal basso Ora due grandi concorsi con idee da tutto il mondo
5 «I Ciompi, una piazza più piccola, sono più un luogo da visitare. Io farei ripartire tutto dalla Loggia del Pesce: la piazza deve rivivere anche in funzione di questa splendida opera del Vasari. Ci deve essere una relazione tra la Loggia e ciò che succede nella piazza, per ripensarla».