Corriere Fiorentino

«È più importante farci tornare la gente che piantare alberi»

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1 «Palazzo Vecchio ha di fatto cancellato due piazze. La piazza non è sempliceme­nte uno spazio pubblico, bensì uno spazio pubblico vissuto dalla gente. Uno spazio vuoto può essere prezioso, una riserva che le città hanno a disposizio­ne per crescere, ma può essere anche il segno di una incapacità: il caso di Ciompi e Carmine. Le parole del parroco, nel secondo caso, che denuncia abbandono e degrado sono a mio avviso terrifican­ti. Un vuoto si trasforma in una piazza se riesce ad attirare gente. Il tema chiave è questo: cosa fare per rianimare gli spazi di due quartieri simbolo come Santa Croce e Oltrarno? Però non mi sembra che i progetti dell’amministra­zione partano da questo assunto. Invece questa assenza di idee e progetti ha trasformat­o Ciompi e Carmine in spazi così vuoti da essere diventati ansiogeni. Pensiamoci bene: al Carmine quasi tutti scansano la piazza, e ai Ciompi è lo stesso».

2 «Perché una volta, un disegno su una parete era un disegno: adesso è street art. Ci sono architetti bravi e meno bravi, ma in troppi credono che il solo design possa trasformar­e uno spazio in una piazza. Un vuoto è un patrimonio solo se ben utilizzato. Pensiamo al Centre Pompidou a Parigi: è una delle piazze più belle e vissute di tutto il mondo. Quando vivevo ancora a Firenze, ricordo di aver partecipat­o a più riunioni per decidere come dare un futuro al Mercato Centrale: io proposi un progetto stile Quincy market. E oggi, tanti anni dopo, scommetter­e su cibo e vini di qualità si è rivelata la scelta adatta per far rinascere quel grande spazio». Giandomeni­co Amendola è docente di Sociologia Urbana 3 «Io dico che il verde fa felici i verdi. Leggo che al Carmine il Comune vorrebbe piantare un piccolo boschetto di alberi. Firenze, però, è una “città di pietra”: il verde sta da sempre fuori le mura e negli interni dei palazzi nobiliari. Gli alberi sono una bellissima cosa, ma è importante che la gente poi lì sotto ci stia davvero: al Carmine mi pare piuttosto complicato che ciò accada».

4 «Domanda da un milione di dollari. Innanzitut­to al Carmine servono eventi di qualità e che riescano a portare tanta gente. Questa è una piazza di quartiere, ben diversa da piazza dei Ciompi, dove si incontrano le due città diverse: quella della vita quotidiana e quella dei turisti. Il Carmine è soprattutt­o una piazza dei fiorentini, quindi diventa tutto più complesso. Lei, però, ce li vede due giostre e due scivoli davanti alla Cappella Brancacci? I fiorentini toccano da sempre la bellezza estrema, quella ereditata, ma ciò ha causato gravi difficoltà ad immaginarl­a diversa da quella che è oggi».

5 «Perché tornare sempre al Mercato delle Pulci com’era? Lo stato di degrado era palese, così come la scarsa vitalità commercial­e. Perché non farvi una mostra semiperman­ente con artigiani, quelli veri, all’opera in piazza? Attirerebb­e anche i fiorentini e non solo i turisti».

 Firenze è una città di pietra Pensare di risolvere i problemi con un po’ di verde come al Carmine è sbagliato

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