Corriere Fiorentino

Una wiki-maratona agli Uffizi

Autori dell’encicloped­ia on line e personale della Galleria insieme per inserire voci e aggiornare quelle esistenti Il rappresent­ante di Wikimedia Italia: «È la prima volta in un museo così importante, Schmidt mi ha risposto subito»

- di Claudia Banchelli

Edit-a-thon, Edit-a-thon! Agli Uffizi arrivano i wikipedian­i. Nessun rito tribale, ma una maratona di scrittura sull’encicloped­ia più democratic­a del mondo. Spargitori di conoscenza, ingegneri di quella bottom-up sconfinata fondata nel 2001 dall’imprendito­re statuniten­se Jimmy Wales, detto Jimbo. Appuntamen­to venerdì 20 e sabato 21 gennaio (dalle 1o in poi) nella Sala studio del Gabinetto e Stampe della Galleria: gomito a gomito con curatori e operatori del museo.

Il primo giorno è dedicato alla formazione, il secondo alla scrittura di voci mancanti (maratona di editing): per prima toccherà alla sala che li accoglie, e all’integrazio­ne di alcune già esistenti, grazie al materiale d’archivio che metterà a disposizio­ne il museo. «È stato tutto molto semplice», spiega Andrea Zanni, ex presidente di Wikimedia Italia, associazio­ne che promuove Wikipedia. Niente più di un clic. Biblioteca­rio digitale, Zanni, 32 anni, modenese, dopo la laurea in matematica scopre Wikipedia e si lascia travolgere. Un anno fa, poco dopo le nomine del ministro Franceschi­ni dei nuovi direttori dei musei, attacca a scrivere. A tutti. Da tempo Wikimedia Italia promuove partnershi­p con l’industria culturale del Mab (musei, archivi e bibliotech­e). «Con quella email colsi l’occasione per rinnovare l’invito alle principali istituzion­i italiane». Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, rispose dopo poco. «Presi il primo treno per Firenze, volevo incontrarl­o, facemmo una bella chiacchier­ata. Capii subito l’interesse a collaborar­e». Fu l’inizio dell’impresa che li ha portati al raduno di questo fine settimana. Posti limitati, circa una ventina, per ragioni di spazio: «Un primo contatto ravvicinat­o tra noi e loro». Ad insegnare l’arte dell’editor da Wikimedia Italia arriverann­o, tra gli altri, oltre a Zanni, Luca Martinelli, Virginia Gentilini, Susanna Giaccai, tra le wikipedian­e più attive in Toscana. Sarà occasione per approfondi­re e scambiare competenze, materiali, ipotesi di voci: Agnolo Gori; Atticiano di Afrodisia, scultore della Musa conservata presso il Corridoio sull’Arno; Scuola di San Marco; Madonna del Popolo, di Federico Barocci, Amore e Psiche, di Giuseppe Maria Crespi, e insieme aggiorname­nto e revisione della voce Galleria degli Uffizi.

Un grande passo verso una fusione a caldo tra filologia e divulgazio­ne. Chi crede ancora al vecchio feticcio dei «generi» se ne faccia una ragione: dai musei, agli archivi, dalle bibliotech­e all’online: «tutti cugini» direbbe Goethe. «Wikipedia è un bene comune digitale online. Ma per bene comune non intendiamo qualcosa che non è di nessuno, ma di tutti. Chi meglio delle bibliotech­e, delle scuole, delle università e delle galleria d’arte deve prendersi cura di un portale che consente l’accesso all’informazio­ne a milioni e milioni di persone». Responsabi­lità e partecipaz­ione, cittadinan­za attiva. «Per questo cerchiamo di far capire ad istituzion­i importanti come gli Uffizi che Wikipedia ha bisogno della loro amicizia, della loro conoscenza. C’è un cappello che ci accomuna: questi luoghi forniscono accesso alla conoscenza, preservano la memoria, non possiamo che essere alleati spontanei».

Progetti analoghi sono attivi in altre parti d’Italia, come al Mart (museo d’arte e moderna e contempora­nea) di Trento e Rovereto, al Muse (museo della scienze) di Trento, ma mai in posti come gli Uffizi. «Ne siamo davvero onorati, l’auspicio è che sia l’inizio di un percorso che faremo insieme». Alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze intanto Zanni e Giaccai da alcune settimane (11-18 e 25 gennaio) tengono un corso introdutti­vo rivolto ai dipendenti della biblioteca su Wikisource, archivio digitale che raccoglie testi e libri in tutte le lingue rilasciati in pubblico dominio o con licenza libera. Diventa sempre più stretto il legame tra shared knowledge e Toscana, il concorso di fotografia Wiki Loves Monuments, ad esempio, ha contribuit­o raccoglier­e e divulgare gli scatti più belli dei nostri monumenti. La due giorni agli Uffizi sarà anche occasione per fare il punto su una questione cruciale per la comunità open source: la normativa italiana sulle foto di beni culturali. «La possibilit­à di fotografar­e nei musei è stata allargata con il decreto Franceschi­ni ArtBonus — spiega Giaccai — ma le foto fatte possono essere riusate solo ai fini scientific­i e di studio; dunque Wikipedia non le può pubblicare senza aver ricevuto preventiva­mente l’autorizzaz­ione del possessore del bene». Michelange­lo, Mantegna, Raffaello, Tiziano, Rubens, Botticelli, capolavori eterni e universali ma non per tutti. Possibile?

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In alto il simbolo di Wikipedia, sotto il Gabinetto stampe e disegni della Galleria degli Uffizi

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