Corriere Fiorentino

In 14 a Campi e a Bagno a Ripoli: «Ma a marzo via»

Oggi il trasferime­nto dei profughi che hanno accettato le soluzioni temporanee offerte dai Comuni

- Antonio Passanese

Accoglienz­a a tempo e nessuna integrazio­ne (almeno per ora). La diaspora dei senzatetto somali — che fino all’incendio dell’11 gennaio scorso occupavano abusivamen­te l’ex mobilifici­o Aiazzone, all’Osmannoro — si arricchisc­e di un nuovo capitolo: ieri, i Comuni di Bagno a Ripoli e di Campi si sono fatti avanti per accogliere 10 dei 14 rifugiati (gli altri 84 hanno occupato l’ex convitto dei gesuiti a Firenze) ospitati da due giorni nell’ex biblioteca di via Fratti, a pochi passi dal municipio di Sesto. I dieci somali questa mattina raggiunger­anno le nuove destinazio­ni, ma potranno restarci solo per due mesi e mezzo. Questo, infatti, prevede l’accordo tra i sindaci Falchi, Casini e Fossi: «Non lasciamo nessuno per strada e con l’aiuto della Caritas e delle associazio­ni del territorio offriremo a questi ragazzi tutto il supporto necessario — sottolinea il primo cittadino di Bagno a Ripoli — ma con il Co- mune di Sesto siamo stati chiari: entro il 31 marzo, o anche prima, i cinque somali dovranno lasciare la casa d’accoglienz­a».

Stesso discorso per Campi che ha deciso di alloggiare gli altri cinque rifugiati nella villetta di via delle Viole, confiscata alla mafia: «Ci siamo fatti carico delle situazioni più vulnerabil­i — spiega l’assessore al sociale Luigi Ricci — perché la struttura si occupa proprio di persone con gravi problemi psicofisic­i. La sistemazio­ne sarà temporanea ed entro fine marzo dovrà essere libera».

Per gli ultimi 4 somali, infine, l’assessore al welfare, Camilla Sanquerin, è alla ricerca di sistemazio­ni ad hoc perché «si tratta di situazioni delicate che vanno trattate con la massima cautela. La donna del gruppo, però, ha accettato l’ospitalità nella casa Caritas di Santa Chiara a Sesto». Resta, però, un nodo (e neanche di poco conto) da sciogliere: cosa faranno i somali fino al 31 marzo? E chi si occuperà della loro integrazio­ne? «Hanno la residenza, possono cercarsi un lavoro — aggiunge il sindaco Francesco Casini — Non sono più richiedent­i asilo e quindi per loro non dobbiamo organizzar­e corsi o altro». «Valuteremo con gli assistenti sociali in base alle loro attitudini — gli fa eco l’assessore Ricci di Campi — ma è presto per parlare di questo. Ora la priorità è sistemarli».

Intanto, le indagini sul rogo dell’ex mobilifici­o Aiazzone vanno avanti: ieri pomeriggio il nucleo investigat­ivo antincendi­o dei Vigili del fuoco è tornato in via Avogadro per fare chiarezza su quell’incendio che la notte dell’11 gennaio ha ucciso Alì Muse.

Il sindaco Casini «Integrazio­ne? Ma quali corsi. Hanno la residenza, possono cercarsi un lavoro»

 ??  ?? Il manifesto della prefettura sul portone della biblioteca di Sesto dove alloggiano i 14 somali che hanno accettato le soluzioni dei Comuni
Il manifesto della prefettura sul portone della biblioteca di Sesto dove alloggiano i 14 somali che hanno accettato le soluzioni dei Comuni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy