«Una sfida per tutti Noi più trasparenti, loro però ci aiutino»
Luigi Salvadori, presidente facente funzioni di Confindustria Firenze, alla guida dell’omonima azienda fondata nel 1907 dal nonno Luigi e, dopo la cessione nel 2015 a Sts Medical Group (gruppo con un fatturato di 100 milioni e 900 dipendenti) è proprietario di una percentuale di Sts Medical Group di cui è membro del board. «Il manager di Intesa Sanpaolo — commenta Salvadori dopo l’appello fatto da Luca Severini —, lancia una sasso nello stagno che riguarda tutti, banchieri, imprenditori ed istituzioni. Le banche devono aiutare le imprese ad investire, diventare partner delle aziende e non limitarsi solo a dire sì o no a una richiesta. Io ho operato per 25 anni in Bulgaria con un istituto e a volte loro hanno convinto me, a volte io loro per calibrare, magari anche ridurre, certi investimenti. Certo le imprese devono diventare più trasparenti, bisogna trattare le banche come “soci”. E le istituzioni dovrebbero detassare gli utili reinvestiti nelle imprese, legge che finora nessun governo ha voluto portare all’approvazione». Anche per il numero uno degli industriali fiorentini «la fiducia cresce, anche se la situazione internazionale resta incerta» e sulle banche aggiunge: «Per gli istituti piccoli è più difficile di prima, ma restano importanti per il territorio e specie nei territori montani e rurali sono fondamentali». Fiducia, insomma, nonostante una disavventura comune a molti toscani: «Anche io, per avere un finanziamento che altri istituti mi avevano firmato senza problemi, ho dovuto acquistare azioni di una banca. Azioni che poi hanno azzerato il loro valore...», racconta Salvadori. Che aggiunge, sul tavolo per Firenze che vede Confindustria protagonista con Comune, Università e Fondazione Cr Firenze: «Umberto Tombari ha ragione, servono progetti strategici, condivisi, di lunga durata; e come industriali siamo disponibili a fare la nostra parte»