Corriere Fiorentino

Nel giardino incantato, apre la casa di Cavallini

Fiesole, da febbraio le visite alla villa dello scultore scomparso a luglio

- Loredana Ficicchia

FIESOLE C’è rimasto solo Hilk, il vecchio pastore tedesco di Sauro Cavallini, nella casa studio dell’artista scomparso quasi novantenne lo scorso luglio. Farà bene ad abituarsi alle visite che da febbraio, su prenotazio­ne (www.saurocaval­lini.it) torneranno a far rivivere la villa di Fiesole dove dello scultore spezzino, fiesolano d’elezione, sono raccolte 300 opere.

Per valorizzar­le gli eredi (la moglie e i due figli) hanno fondato il «Centro studi Cavallini», nella speranza anche di esaudire il sogno di Sauro, ovvero realizzare il complesso delle 13 figure dell’ultima cena, di cui esistono quattro bozzetti e, in una limonaia, anche i grandi calchi in gesso. Opera monumental­e e costosissi­ma destinata originaria­mente a New York e poi anche al giardino della Basilica di San Miniato al Monte.

Attivo per mezzo secolo, Cavallini fu amato da Papa Wojtyla, come da Grace Kelly. Nel giardino dedicato alla principess­a davanti alla Stazione ferroviari­a del Principato, dal 2000 troneggia la scultura Fraternità e un’altra fa parte della collezione privata dei Ranieri. Ma è a Strasburgo l’opera più nota:: il Monumento alla Vita, un bronzo di oltre 3 metri di altezza. A Firenze, altre opere parlano della sua ispirazion­e alla natura e al movimento: in Piazza Ferrucci (Fontana alla maternità), alla sede della Rai (Volo di gabbiani),a Villa Favard (Volo di Icaro), tanto per citarne alcune. Corpi che si tendono e si dibattono, esili e alti come giunchi affollano la sua casa-studio, già nel parco. Ginnaste e danzatori e poi gatti e gufi, opere tutte realizzate con la tecnica della cera persa, per lo più inedite. Racconta la moglie Lucia del suo amore per la natura e gli animali: «Pensi abbiamo fatto il viaggio di nozze con due cani al seguito». Nell’atelier ecco le opere di grafica, i dipinti sempre di grande dimensione e ancora sculture, bozzetti e infine una testa autoritrat­to. Alla memoria di Cavallini va il «Premio alla carriera» della prossima «FlorenceBi­ennale — Mostra internazio­nale di arte contempora­nea». Sarà consegnato agli eredi in ottobre. Motivo di orgoglio anche per il sindaco di Fiesole, Anna Ravoni, che da mesi pensa di rilanciare la città come museo diffuso, in quanto sede di diverse case d’artista come le Fondazioni Conti e Duprè, la casa di Dyana Baylon a Monteggi e al Bersaglio l’atelier di Enzo Butera.

Amore per gli animali Tanti sono protagonis­ti delle opere, la moglie: in viaggio di nozze con noi c’erano due cani

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