QUESTA TOSCANA CHE HA PERSO GLI (DURI)
ZOCCOLI
Entrato in crisi il vecchio modello di sviluppo si fatica a ricercarne uno nuovo. Si punta su cultura, nuovi saperi, economia di qualità — il cosidetto made in Tuscany — e turismo. Uno dei fili rossi che legano Lucca, Pistoia e Carrara è infatti il ruolo sempre crescente della cultura come motore del turismo. Persino Pistoia, definita fino ad un po’ di anni fa Tristoia, pullula oggi di luoghi ed eventi culturali e non a caso ha ottenuto il riconoscimento per il 2017 di capitale italiana della cultura. Questo nuovo modello di sviluppo che sembra profilarsi sul piano economico produce un lavoro spesso precario e stagionale e non ha ovviamente i numeri — addetti e fatturato — di quello entrato in crisi, ma soprattutto fa emergere ceti sociali nuovi dall’orientamento politico mobile. Al venir meno delle certezze economiche del passato si accompagna la crisi dello zoccolo duro della sinistra. I giovani senza lavoro non seguono più la tradizione familiare di sinistra. Quando salta un modello economico viene meno anche l’ideologia politica che lo ha sorretto. E la speranza nella capacità della politica di cambiare in meglio i destini personali. Al di là delle sfide politiche personali tra i candidati a sindaco, il nostro viaggio nelle città del voto ha evidenziato anche la crisi delle vecchie classi dirigenti. L’esempio più vistoso viene da Carrara dove il crollo del muro sul Carrione, che ha provocato la devastante alluvione del 2014, sembra aver segnato il declino della vecchia classe dirigente. E ci sono molti Carrione nelle città toscane. A cominciare dai litigi, rinvii e incapacità progettuale nella costruzione delle infrastrutture, altro filo rosso che unisce i destini incerti di Pistoia, Carrara e Lucca. Città quest’ultima abbastanza ricca, colta, ma che ancora viene raggiunta da treni ad un solo binario, per dire. Come ai tempi del Granduca. A Carrara il porto è vicinissimo ad autostrada e ferrovia, ma l’area industriale attende un rilancio da anni. Il rovescio di Piombino: c’è un progetto industriale e di sviluppo del porto, manca però la strada che colleghi il mare alla Variante Aurelia. Per non dire di Grosseto dove tutti gli amministratori di oggi e di ieri si lamentano dell’isolamento della Maremma ma ad ogni progetto di tracciato per la Tirrenica fanno barricate. A riprova di una classe dirigente che non sa governare il mal di pancia dei cittadini in nome di un progetto forte per il futuro.