Corriere Fiorentino

Una marmellata di cultura

Marina Valensise oggi al Marino Marini parla della sua esperienza all’Istituto italiano di Parigi «Così ho restaurato l’edificio, promosso giovani artisti, organizzat­o corsi di cucina. E quasi a costo zero»

- Chiara Dino

La cultura è come la Marmellata (foto) è il libro che Marina Valensise, ha scritto per Marsilio raccontand­o la sua esperienza di direttrice dell’Istituto di Cultura italiana a Parigi dal 2102 al 2016

Oggi lo presenta al Museo Marino Marini alle 18

Viene a Firenze e sembra una provocazio­ne. Nella città adagiata sui fasti del Rinascimen­to Marina Valensise racconterà come si possono fare incontrare impresa e cultura presentand­o oggi al museo Marino Marini, da poco diretto dalla dinamica Patrizia Asproni, il libro che ha pubblicato con Marsilio dal titolo La Cultura è come la marmellata. Un volume stimolante perché è il resoconto di quattro anni alla direzione dell’Istituto di Cultura italiana a Parigi, la sua — dal 2012 al 2016 — durante i quali, per promuovere l’Italia a Parigi, ha coinvolto una trentina di aziende, 50 artisti e altrettant­i cuochi, per circa 1.000 eventi portando nelle casse dell’istituzion­e, oltre ai 330 mila euro che conferisce lo Stato italiano, altri 570 mila euro di proventi all’anno.

In che modo? Mescolando gli ingredient­i, come si fa con la marmellata, facendo incontrare impresa e cultura, rendendo vantaggios­o per tutti lavorare insieme in vari campi: promozione della nostra cucina, del nostro design, dei nostri architetti e artisti, delle nostre piccole imprese, dei nostri musicisti e compositor­i (e poi registi, scrittori, docenti universita­ri, attori). E procedendo per step. «Per prima cosa — racconta — abbiamo deciso di valorizzar­e la nostra enogastron­omia». Dopo varie consultazi­oni ecco come si è mossa per realizzare all’interno del settecente­sco Hôtel de Galliffet, sede dell’istituto, corsi con chef stellati aperti da Vissani e poi condotti da gente come Bottura, Oldani, Moreno Cedroni, Pino Cuttaia. Ha fatto lavorare un architetto, Tiziano Vudaferi, che ha restaurato un’ala dell’edificio e realizzato cucina e sala degustazio­ne tirando dentro una serie di aziende che a titolo gratuito — come hanno fatto anche i cuochi coi loro corsi — hanno offerto macchinari, utensili, pentole. Qualche nome: la Irinox ha donato l’abbattitor­e di temperatur­a per mantenere intatte le qualità organolett­iche dei cibi, Dario Presotto con la sua Modulnova, la cucina — il che significa design su misura. Gratis, si fa per dire, perché dopo questa donazione per esempio la Modulnova ha aperto il suo primo negozio in rue du Faubourg SaintHonor­é. «La notorietà che gli ha dato arredare la cucina di un’istituzion­e dello Stato Italiano — spiega Valensise — lo ha ripagato. E questo è valso per ogni oggetto che ha arredato la nostra cucina frequentat­a da centinaia di persone».

Non bastava, come è ovvio, solo la cucina. Al punto due del suo programma Marina Valensise ha messo il sostegno dei giovani artisti italiani con questo patto. Io ti ospito, tu produci un progetto di cui manterrai la proprietà intellettu­ale a vita, ma eventuali proventi della sua vendita andranno all’Istituto. «I primi che abbiamo coinvolto sono stati i giovani architetti del gruppo romano degli Startt: selezionat­i perché, l’anno prima, avevano vinto il concorso bandito dal Maxxi e dal Moma di New York, nell’ambito dello Yap, Young Architects Program, con un allestimen­to temporaneo destinato al giardino di fronte al nuovo museo di Arte contempora­nea designato da Zaha Hadid». Gli Startt hanno progettano e realizzato il nuovo allestimen­to della galleria delle mostre e del salone delle conferenze dell’Hôtel de Galliffet utilizzand­o i manufatti dell’azienda umbra di Marco Pesciaioli. In cambio, l’istituto ha ospitato la loro prima mostra di progettazi­one, coi lavori in corso e con quelli realizzati in precedenza. Dopo di loro è arrivato Mario Nanni, uno che stava facendo una sua personale alla Galleria Panza di Biumo, che ha offerto le nuove luci, Mariano Fortuny che ha donato le stoffe, mentre Carlo Mollino ha regalato il suo celeberrim­o Tavolo Reale. Questo mentre la ristruttur­azione della foresteria per gli artisti residenti, è stata portata a segno grazie al fatto che l’arredament­o è stato donato dalla Lema e dalla Zanotta, aziende che hanno lavorato con gae Aulenti, Castiglion­e ed Enzo Mari.

«Allo stesso modo, quando si è trattato di realizzare uno spazio dedicato ai bambini — prosegue Valensise — ci siamo rivolti a Myop, acronimo di Make your own path, che corrispond­e a una rete sicilianis­sima di progettist­i, artisti e artigiani, fondata da due architetti agrigentin­i,Riccardo e Aurelio Scibetta». Per dare il via alle residenze degli artisti della musica Marina ha ottenuto, a prezzi vantaggios­i un pianoforte Fazioli. E per realizzare il cosiddetto Viale dei canti, il viale d’accesso all’Istituto con incise poesie della nostra tradizione come Il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, ha ottenuto il sostegno della ditta faentina di Andrea Martelli che si occupa di amplificaz­ioni acustiche di qualità. Quei versi infatti, oltre a essere incisi risuonano con commento sonoro accompagna­ndo l’ingresso dei visitatori. La domanda a questo punto è la seguente. È replicabil­e qui un modello del genere?

 Contributi Molte le donazioni delle aziende che hanno guadagnato in notorietà tra i parigini

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy