Una Ztl chiude i viali delle prostitute
Migliarino, la notte è un caos. Anche telecamere e telepass per fermare i clienti
Solo una zona a traffico limitato, le telecamere e i varchi elettronici possono eliminare la prostituzione dalla zona industriale di Migliarino, una frazione di Vecchiano poco a nord di Pisa.
Di notte, dalle 20,30 alle 7, potranno accedervi solo i (pochi) residenti e i dipendenti delle aziende. Gli altri, tutti gli altri che da via Traversagna s’immettono in via del Feo, in via del Beccaccino o che da via della Bozza imboccano le vie della Pavoncella e del Piviere, saranno stangati: «Non è una misura contro la prostituzione — mette le mani avanti il sindaco Massimiliano Angori —. Chi infrangerà il divieto sarà multato per una violazione al codice della strada». Ma, nei fatti, i provvedimenti mirano ad allontanare le prostitute dalla zona industriale.
Si procederà per gradi. L’ordinanza è entrata in vigore dal primo febbraio e i controlli, per ora, sono fatti direttamente dalle forze di polizia. Entro pochi mesi entrerà in funzione l’impianto di video-sorveglianza; l’anno prossimo saranno installati i varchi elettronici. Già un’ottantina di automobilisti sono stati multati e la notizia si è diffusa alla velocità della luce, tanto che di notte le trans della zona industriale aspettano ormai inoperose e infreddolite. Alcune si sono già spostate lungo la via Traversagna, al buio, e stanno come ombre tra gli alberi, abbagliate dai fari delle auto dei clienti, indecisi se rischiare ed entrare nella Ztl o se tornare a casa. Fioriscono le leggende metropolitane: chi viene pescato nelle strade proibite, riceve la notifica a casa e i familiari vengono a saperlo; il suo nome comparirà in una lista da spedire ai giornali. Magari l’una e l’altra cosa insieme, la sanzione vera e propria e quella accessoria, perché la pena raddoppia in caso di abitudini pruriginose. Balle.
Sta di fatto, argomenta Regina Satariano, referente del «Comitato diritti delle prostitute», che l’ordinanza serve solo a fare populismo spicciolo: «Le ragazze andranno da un’altra parte e i clienti le seguiranno. E poi la prostituzione è cambiata, ora per strada ci vanno solo le disperate, quelle che non possono permettersi le inserzioni su Internet e l’affitto dell’appartamento». Solo pochi anni fa Migliarino era un ipermercato del sesso. Chi percorreva di notte la via Aurelia, tra Madonna dell’Acqua e il bivio per Marina di Vecchiano, s’imbatteva in centinaia tra lucciole e viados, che sciamavano nelle piazzole dei distributori di benzina e nella zona industriale. Poi tra controlli delle forze dell’ordine e barriere new jersey per chiudere gli anfratti lungo la Statale, con la proliferazione degli annunci on-line e la prostituzione nel chiuso degli appartamenti, le strade sono diventate meno frequentate.
Ma davanti ai capannoni delle aziende di lato alla Traversagna il via-vai non si è mai interrotto: «Il malcontento e l’insofferenza degli imprenditori e dei rari residenti sono saliti di tono — aggiunge il sindaco Angori —. Allora ci siamo detti: proviamo con la zona a traffico limitato. Se riusciamo a fermare i clienti, i viados emigreranno altrove».
L’idea è piaciuta e la Regione ha aperto la borsa: il Comune di Vecchiano si accollerà la metà della spesa per la videosorveglianza, da Firenze copriranno il 3 per cento e il resto sarà compartecipato dagli imprenditori, giunti al limite della sopportazione dopo anni di convivenza difficile.
La madre di tutte le prove arriverà con l’estate, quando il litorale si riempirà di turisti e le brasiliane torneranno dal loro Paese, dove ora si godono il caldo e il Carnevale. I clienti notturni aumenteranno e i viados si contenderanno i posti migliori con le prostitute africane e dell’Est: «Ma loro hanno bisogno di luoghi illuminati — chiosa Angori — e tranne la zona industriale e i pochi distributori di carburante, il territorio è al buio». Quel che resta dell’ipermercato del sesso, nell’epoca degli annunci su Internet e delle zone a traffico limitato anti-luci rosse, si sposterà altrove. «Forse a sud di Pisa, davanti a Camp Darby», pronostica Regina Satariano. A Tombolo, insomma, dove la piccola prostituzione ha una tradizione che supera i 70 anni.
E se anche manca l’illuminazione, c’è da credere che quante offrono il sesso a pagamento accenderanno i falò, come succedeva una volta con lo scopo di sempre: attirare clienti in cerca di una gioia artificiale ed effimera.