Il caffè di Giuliano
Via libera del governo al pacchetto sulla sicurezza nelle città. Ora però servono i decreti attuativi
Più poteri ai sindaci per combattere la prostituzione, l’abusivismo, la malamovida. Fino alla possibilità di spiccare Daspo contro chi non rispetta le regole, vietandogli l’accesso al luogo dove è stato pizzicato a danneggiare il decoro urbano o a impedire la «libera accessibilità e fruizione» di piazze, strade, stazioni, porti e aeroporti. Sono le novità più importanti contenute nel decreto legge sulla sicurezza urbana approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Conosciuto come «decreto Alfano», dal nome dell’ex ministro degli Interni nel governo Renzi, ora agli Esteri e sostituito da Marco Minniti al Viminale, è il pacchetto di norme invocato da tempo dai sindaci delle grandi città per tentare di mettere un freno ai fenomeni di degrado e piccola criminalità, dall’abuso di alcol e dallo spaccio di droga ai parcheggiatori abusivi e all’accattonaggio molesto. Vediamo nel dettaglio le novità introdotte dal decreto.
I Daspo
È la misura più eclatante ed è «mutuata» dalle norme sulla sicurezza negli stadi. Punta a colpire la prostituzione con «modalità ostentate» e chi, dopo aver bevuto troppo o fatto uso di sostanze stupefacenti, si macchia di «condotte lesive del decoro urbano» (anche urlando e schiamazzando la notte) o comunque impedisce con i suoi comportamenti il libero accesso in un luogo pubblico. Per loro scatta l’ordine di allontanamento: per 48 ore non potranno tornare nel posto dove è stato beccato a infrangere le regole della civile convivenza. Se lo fanno, rischiano che il Daspo venga allungato — stavolta dal questore — fino a dodici mesi. L’ordine di allontanamento si potrà applicare anche nei confronti di chi fa accattonaggio «con modalità vessatorie, o simulando deformità o malattie», e ai venditori abusivi. Rafforzati anche i divieti contro gli spacciatori: «Nei confronti delle persone che risultano condannate anche con sentenza non definitiva nel corso degli ultimi cinque anni per la vendita o la cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope, il questore può disporre il divieto di accesso agli stessi locali o a esercizi analoghi, specificamente indicati, ovvero di stazionamento nelle immediate vicinanze degli stessi».
Le ordinanze
Era la richiesta più pressante dei sindaci. Ora, con l’approvazione del decreto, le loro decisioni saranno più forti, perché potranno emettere ordinanze direttamente relative alla sicurezza, fin qui competenza quasi esclusiva dello Stato (nel caso delle città, prefetto e questore), e per motivarle non sarà più costretto a riferirsi solo alle questioni di salute pubblica o a trovare «escamotage» giuridici. Ad esempio sulla malamovida. «Il sindaco può adottare ordinanze contingibili e urgenti finalizzate — si legge nel decreto — alla rimozione o alla riduzione di fattori ambientali o sociali di grave incuria o degrado, anche legati a fenomeni di aggregazione notturna e di turbativa del riposo dei residenti».
Multe
Multe da 300 a 900 euro per chi disturba gli altri perché ha bevuto troppo o perché ha fatto uso di droga e per chi si prostituisce. Raddoppiate le sanzioni e le pene per gli imbrattatori. Chi sporca, con scritte o altro, immobili e mezzi di trasporto pubblici o privati, rischia da due mesi a un anno di reclusione o una multa da 600 a 2.000 euro (finora erano previsti da uno a sei mesi di reclusione o sanzioni da 300 a 1.000 euro). E se il bene è di interesse storico o artistico, chi lo deturpa può perdere la libertà da tre mesi a un anno e una multa da 1.000 a 3.000 euro. Non solo: in caso di condanna, l’imbrattatore è obbligato a ripulire ciò che ha sporcato e, se non lo può fare, dovrà pagare le spese dell’operazione.
I Comitati e i patti
Nascono i comitati metropolitani sulla sicurezza urbana, che sarà presieduto dal prefetto e dal sindaco del Comune capoluogo della Città metropolitana: nel caso di Firenze, rispettivamente Alessio Giuffrida e Dario Nardella. Si tratta di un organismo in cui i primi cittadini e i prefetti sono quasi «pari grado», mentre oggi è la Prefettura che convoca i Cospe, i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Il decreto prevede inoltre la possibilità che prefetti e sindaci stringano patti per prevenire fenomeni di criminalità diffusa, per promuovere il rispetto della legalità «anche mediante mirate iniziative di dissuasione di ogni forma di abusivismo, compresa l’occupazione di alloggi, dello smercio di beni contraffatti o falsificati, nonché di fenomeni di accattonaggio invasivo» che comportino turbativa del pubblico utilizzo degli spazi pubblici.