In barca per salvare le Gualchiere (e prima il Castello di Castiglioni)
L’impegno dei ragazzi dell’istituto tecnico Da Vinci arriva in Parlamento
Hanno messo a fuoco prima il Castello di Castiglioni, sulle colline dietro Careggi, il suo tetto sfondato e i calcinacci nelle stanze affrescate, hanno inquadrato poi le trecentesche Gualchiere di Remole, nel territorio di Bagno a Ripoli, altre recinzioni, altri cartelli di pericolo e altro patrimonio da salvare.
Gli scatti della classe fotografi dell’istituto tecnico Leonardo Da Vinci scorrono sullo schermo delle Giubbe Rosse e Alfonso Bonafede, deputato del Movimento 5 Stelle, prende la parola per raccontare perché ha deciso di presentare alla Camera (unico tra i parlamentari toscani a rispondere all’appello degli studenti) un’interrogazione per il recupero del Castello di Castiglioni: «Sono rimasto colpito dal progetto di adozione dei ragazzi, l’idea di prendersi cura di un monumento che fa parte della nostra storia, ma da custodire e valorizzare in questo caso è anche l’iniziativa dei ragazzi e della scuola che si interessa al territorio». Il castello di Cercina (Sesto Fiorentino), fortino longobardo nell’Alto Medioevo trasformato in villa rinascimentale dalla famiglia dei Catellini, negli ultimi trent’anni è ridotto a un rudere, il progetto di farne residenze d’epoca si è naufragato per le difficoltà del mercato immobiliare degli ultimi anni e il comitato di cittadini che segue la vicenda da decenni ha proposto prima la realizzazione di un «cantiere-scuola» per la scuola professionale edile, poi la creazione di un gruppo di acquisto, «una cooperativa di restauro e un progetto di cohousing», come spiega Giulio Signorini in cerca di un accordo con il proprietario.
Altre fotografie, altro territorio, altra storia «da salvare». Dopo il viaggio sulle colline di Cercina gli studenti dell’Isis Da Vinci si sono spostati a Bagno a Ripoli, via Arno, come racconta il loro professore Girolamo Dell’Olio «hanno percorso quel romantico tratto d’Arno tra Ellera e Remole», lo hanno fatto sulla barca di Marco Castaldi, fondatore dell’associazione I Renaioli e sono stati a parlare con lo sculture Piero Gensini, l’unico a vivere col suo studio le Gualchiere: «Ci sono solo io e me ne dispiace. C’era stata in passato l’idea di far aprire in questo luogo altre botteghe di artisti e artigiani di tutte le età». Il progetto non è andato in porto, come molti altri, come anche quello dell’Unesco di fare delle Gualchiere un centro internazionale delle conoscenze tradizionali. La situazione è presto detta, il monumento di ingegneria idraulica abbandonato appartiene al Comune di Firenze che e compare nel piano delle alienazioni, il Comune di Bagno a Ripoli ha vincoli ben precisi sull’opificio medievale e torna a chiedere un tavolo di confronto, da estendere anche ai Comuni vicini come conferma al caffè delle Giubbe Rosse l’assessora alla cultura, Annalisa Massari: «Tante realtà potrebbero partecipare a un piano di valorizzazione di questo bene».