Corriere Fiorentino

«Ora buttiamo giù il muro dell’Opg, magari coi detenuti»

- Simone Innocenti

«Avanguardi­a per detenuti o speculazio­ne?», si chiede Sel tirando per la giacca l’onorevole Luca Lotti e paventando un ipotetico conflitto di interesse sulla chiusura dell’Opg. Il ministro, che ieri doveva essere presente all’incontro stampa sul futuro dell’ex ospedale psichiatri­co giudiziari­o ma che è stato trattenuto a Roma, risponde a stretto giro di posta su Facebook. «Sarei intervenut­o come parlamenta­re eletto del territorio e non come ministro (questo lo dico per tranquilli­zzare i consiglier­i regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti) — scrive Lotti — Conosco bene la realtà di Montelupo Fiorentino, città nella quale sono nato e dove ho iniziato a fare politica come consiglier­e comunale, così come conosco la triste realtà degli ospedali giudiziari in Italia». L’assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi chiosa: «Peccato che qualcuno faccia polemica in un giorno che rappresent­a un passaggio epocale». Il sindaco di Montelupo, Paolo Masetti, è netto: «Bisogna avere il coraggio di dire che la scelta di destinare il complesso mediceo alla detenzione è stata scellerata. Il futuro è da decidere, ma se torniamo al passato sarà un passo indietro. L’attracco fluviale di questa villa, unico al mondo, sarà il motivo che attrarrà la gente. Abbiamo la possibilit­à di svoltare. E niente business coi migranti: è una bufala». Nessuno spiega cosa accadrà dopo, quel che è noto è che si lavora sull’idea di un museo della follia e su un campus che potrebbe diventare un’eccellenza nel settore della salute mentale. «Mi piacerebbe molto», butta lì l’assessore Saccardi. Una cosa è certa: come ha ricordato l’ex capogruppo del Pd montelupin­o, «quella struttura da anni era destinata a plesso sanitario». Come dire che tutti quelli che hanno deciso, in passato, su quella struttura lo hanno fatto senza tenere conto del Comune di Montelupo. Dice il garante dei detenuti Franco Corleone. «Finalmente la Villa tornerà a un uso culturale pubblico e potrà essere annoverata nel patrimonio Unesco». Poi un sogno: «Servirebbe un finanziame­nto per abbattere il muro di cinta che è del 1900, magari con l’aiuto di alcuni carcerati: sarebbe un bel segnale».

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