Rossitto, quel mediano trasformato in Rui Costa
I primi segnali sulla possibile santificazione di Terim arrivarono a Udine nel gennaio 2001, quando Fabio Rossitto si mise a scartare tre avversari, cominciando giocare come Rui Costa. Il passaggio successivo avrebbe potuto essere la trasformazione di Leandro in un attaccante serio, ma in quel caso sarebbe dovuta intervenire direttamente la Santa Sede per la canonizzazione d’ufficio. Si dirà che quel Rossitto era lo stesso giocatore convocato a sorpresa da Sacchi per gli Europei del 1996, ma erano appunto passate un po’ di stagioni e non è che alla soglia dei trent’anni un medianaccio come lui poteva trasformarsi in fine giocoliere. Da testimoni oculari possiamo invece assicurare che andò proprio così, e non solo contro la squadra che lo aveva lanciato, ma anche, sia pure non proprio allo stesso livello, nelle due partite successive. Il ragazzo di Aviano intanto se la rideva e se la godeva com’era nel suo stile. Sempre disponibile, rifilava poderose pacche sulle spalle dell’interlocutore, che fosse un giornalista o un tifoso e nemmeno lui in fondo sapeva spiegarsi i motivi di tanta grazia. Poi, come in tutte le storie non a lieto fine, il misterioso talento di Rossitto svaporò insieme alla Fiorentina di Terim, che si accartocciò su se stessa e ad appena quaranta giorni dai miracoli friulani venne spazzata via da una doppietta del Baggio bresciano. Fabio cercò di fare dignitosamente la sua parte anche in quella accozzaglia senza dignità che si chiamava purtroppo Fiorentina e che finì retrocessa nel campionato successivo, ma era quasi sempre ai margini per via degli infortuni. Fallita la società, se ne tornò a Udine ormai da comprimario e sempre col sorriso aperto di chi sa di essere stato fortunato nella vita.