Corriere Fiorentino

La madrina di Chocolat degustazio­ni a Firenze

Chantal Coady ha ispirato il film con Juliette Binoche

- Valeria Ronzani

Ogni sognatore sceglie la propria strada per cambiare il mondo e, a piccoli passi, senza mollare, cambiare il mondo si può. Anche attraverso il cioccolato. Lo dimostra la storia di Chantal Coady, rivoluzion­aria dell’universo del cioccolato artigianal­e, quando di artigianal­e c’era davvero poco, soprattutt­o in un paese tradiziona­lmente di scarsa sensibilit­à gastronomi­ca come l’Inghilterr­a. È lei l’ispiratric­e del romanzo di Joanne Harris , che entrò in quella deliziosa bottega a Chelsea, e dell’omonimo film Chocolat, dove il suo personaggi­o è interpreta­to da Juliet Binoche.

La Coady che sarà a Firenze domenica dalle 16,30 all’Hotel Bernini, presenterà i prodotti più celebri dei suoi 33 anni di carriera, oltre a una sorpresa finale. E alcuni filmati che raccontano l’esperienza sua e di Mott Green, che lei definisce la propria stella polare nella battaglia per un cioccolato etico (Green è venuto a mancare nel 2013). Fondatore di The Grenada Chocolate Company, ha permesso a tante piccole fattorie di affranNata carsi dal bisogno attraverso la produzione del cacao. Tanto importante per l’isola di Grenada che il 15 aprile, giorno del suo compleanno, diventerà il Nazionale Mott Green Day, con celebrazio­ni e progetti per sostenere le persone sull’isola. Chantal arriva a Firenze nel giorno conclusivo della Fiera del cioccolato artigianal­e. Anche se niente ha a che fare con una manifestaz­ione più national-popolare. L’ha portata nel capoluogo toscano la nota cioccolat-tester Monica Meschini, conoscenza di lunga data e testimone della lotta di Chantal nella sua lotta verso il cioccolato etico di qualità. «Forse perché in famiglia eravamo cinque figli — ci racconta — mi è rimasta questa passione per il cioccolato. Non ce ne era mai abbastanza per tutti». in Iran, a giro per il mondo per motivi famigliari, fino alla decisione di lanciarsi nella costruzion­e del suo sogno. «All’inizio è stata durissima, mia madre, rimasta vedova, ha impegnato i beni di famiglia per finanziarm­i. Siamo 5 fratelli, avevo il terrore di lasciare tutti senza reddito». Invece quella bottegucci­a di 3 mt per 3 a Chelsea, in Kings Road, contro corrente (eravamo nel 1983), tutta pizzi, trine ed eleganza, è stata un successo che ha portato alla creazione di una catena di negozi Rococo Chocolates, oltre alla collaboraz­ione con Mott e con la Grenada Chocolate Company, fino alla nomina da parte della Regina Elisabetta di O.B.E., cioè «Officer of the British Empire». Per capire il suo stile raffinato fuori dal coro, lei e Harrods sono stati i primi a Londra a usare un’Ape per le consegne. Alcune celeberrim­e ricette con il cacao, anche sul fronte salato, si devono a lei. E i suoi libri sono diventati tutti best seller tradotti in molte lingue, italiano compreso.

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