UN FIUME DI DROGA (CHE NON HA ARGINI)
Sarebbe interessante sapere se i dati sulla percentuale di droga in Arno siano cresciuti rispetto alla rilevazione del 2014, che dimostrò che il nostro fiume conteneva più cocaina del Tamigi. Alle Cascine, in ogni caso, l’acquisto di droga è garantito a tutte le ore del giorno, anche per i minorenni, come hanno raccontato recentemente alcuni servizi di questo giornale. Ma lo spaccio è continuo e visibile anche nella zona della mensa universitaria di Sant’Apollonia e in alcune piazze del centro di Firenze. A Sant’Ambrogio, ad esempio, a Santa Maria Novella oppure a Santo Spirito e nelle vie adiacenti. Dove i pusher sono appostati di giorno e di notte, offrendo la loro roba spavaldamente. E trasmettendo un senso di impunità che è gravissimo per la sensazione di insicurezza che da anni sta crescendo in città, senza trovare valide contromisure.
I dati fiorentini sono in linea con una tendenza che fa dell’Italia uno dei Paesi europei con maggior consumo giovanile di sostanze proibite (28% a fronte della media del 18% in Europa), con un incremento negli ultimi trent’anni del 15% (a fronte del 7% europeo). La situazione è grave. E l’episodio della madre di Lavagna che ha chiamato i finanzieri per perquisire la camera del figlio adottivo, consumatore di droga, e ha poi assistito al suo suicidio la rende tragicamente ancora più attuale. Ci si chiede quanto questa madre sia stata vicina al figlio, cercando in ogni modo di aiutarlo. Ma emerge sempre di più il vuoto di un assurdo nichilismo che domina tanti gruppi di giovani che oggi in Italia si servono di droghe per esaltarsi nelle lunghe notti dello sballo. Con pochi euro si può acquistare una dose di marijuana o di cocaina e si passa la serata. Spesso fumo, cocaina, eroina sono venduti da uno stesso spacciatore ed è facile passare dalle droghe «leggere» a quelle «pesanti». Il grande supermercato della droga punta sui giovani, sui più deboli, e comunque su chiunque disponga di cifre abbordabili.
Che cosa fare? Legalizzare le droghe leggere? Si tratta solo del 5% del mercato e la legge le vieterebbe comunque ai minorenni, che ne sono i maggiori consumatori.
Sta di fatto che le droghe, anche quelle leggere, sono dannose e, se assunte in dosi elevate, possono fare emergere situazioni psicotiche. E in Italia il loro mercato è troppo esteso.
Due obiettivi sarebbero urgenti. Da un lato, va recuperato il controllo del territorio con efficaci azioni di ordine pubblico, che colpisca gli spacciatori e le grandi organizzazioni criminali che li dirigono. Dall’altro, vanno messe in opere tutte le possibili azioni di prevenzione e di sostegno psicologico di famiglie e adolescenti. Sullo sfondo, al di là della responsabilità penale che è strettamente personale, c’è la necessità di una maggiore coesione sociale. Le emarginazioni non possono mai costituire alcun alibi per grandi e piccoli eventi criminosi, però quasi sempre aggravano i rischi che assediano le nostre città.