La droga sotto casa, sul telefonino
Santo Spirito: i pusher preparano la striscia, i clienti sniffano dallo schermo. E comprano
Ciak si gira: via delle Caldaie, ore 20,30. Davanti al portone di un palazzo va in scena uno di quei film che oramai i residenti conoscono a memoria. I protagonisti sono due spacciatori nordafricani e un ragazzo (il cliente) poco più che ventenne.
Come in una catena di montaggio, dove ognuno ha il suo ruolo, i primi due confezionano dosi, presumibilmente di cocaina, ad una velocità da guinness: estraggono dalle tasche una busta grande come una mela e con una scheda ne travasano il contenuto in piccoli pezzi di plastica a cui danno la forma di una pallina.
Ad un certo punto i due spacciatori vengono raggiunti dal giovane consumatore che, però, prima di tirare fuori i soldi pretende un assaggio, probabilmente per evitare di comperare una sostanza che non sia buona. Nessun problema: mentre uno dei due nordafricani continua a confezionare dosi, il compagno sversa della polvere bianca sul display del suo telefonino, la divide in righe, arrotola una banconota e poi le offre al ragazzo, che sembra apprezzarne gli effetti.
«Una pallina 50 euro, due 80 euro. La roba è buona ed è quasi un grammo» dice lo spacciatore al cliente. La sniffata, con relativo scambio droga-denaro, avviene sotto gli occhi di alcuni passanti, degli avventori del bar che fa angolo con via della Chiesa e di alcuni residenti affacciati alle finestre, curiosi di capire fino a a che punto si possa spingere impunemente l’illegalità. Qualcuno propone di chiamare la polizia o i carabinieri, ma altri provano a dissuadere, «tanto — ragionano — come già accaduto, non verrà nessuno».
Chi abita e frequenta questo fazzoletto degradato di Firenze sembra aver gettato la spugna, e il più delle volte fa finta di non vedere e di non sentire. «Ti ci abitui per quieto vivere, perché se denunci potrebbero anche farti del male. Questa gente è sempre ubriaca e drogata, urla, si picchia e non guarda in faccia nessuno. Qualche settimana fa si sono presi a bottigliate, c’era sangue dappertutto».
Via delle Caldaie, via dei Preti, via Sant’Agostino e via dei Serragli sono le quattro strade dell’Oltrarno in cui non ci sono regole, dove tutto è permesso. E il video (l’ennesimo) girato da un residente ne è la dimostrazione. Chi vive qui sa benissimo quale sia il copione: l’aggancio tra spacciatori e consumatori avviene tra piazza Santo Spirito e via Mazzetta o al lato opposto, tra la piazza e via del Presto di San Martino: hashish, marijuana e cocaina, il suk della droga è sempre ben rifornito e aperto. Poi, per la contrattazione e lo scambio ci si sposta in una di quelle quattro strade, dove non ci sono telecamere e dove le forze dell’ordine passano raramente.
Le immagini catturate l’altra sera dal residente vanno a sommarsi a tutte le altre raccolte in anni di segnalazioni: come dimenticare quel gruppo di giovani che sniffa sul cofano di un’auto parcheggiata in via della Chiesa? O quelli — tanto per citare un altro episodio — che consumano stupefacente alle 4 del pomeriggio seduti sulle scale d’ingresso di una palazzina, sempre in via delle Caldaie, mentre la strada è affollata di mamme e bimbi appena usciti da scuola. Stesse scene in via dei Serragli: lì, invece, si sniffa accanto a un internet point. Di blitz delle forze dell’ordine ce ne sono continuamente, ma l’unico risultato che riescono a sortire è il fuggi-fuggi degli spacciatori che per qualche ora si trasformano in fantasmi per poi ricomparire negli stessi punti e più agguerriti di prima.