Rissa sugli spalti: puniti i ragazzi-pacieri
Ugnano: babbi violenti alla partita, ma il giudice non perdona ai figli l’interruzione di gioco
Sono usciti dal campo per cercare di sedare la rissa che si era scatenata sugli spalti di Ugnano fra genitori. Ma il giudice sportivo dopo aver letto il referto dell’arbitro ha deciso di squalificare 25 baby calciatori, cioé praticamente tutti i giocatori dell’Avane e del Florence Sporting Club, le due squadre che militano nel campionato degli Allievi provinciali e che domenica si affrontavano a Ugnano.
Un tranquillo pomeriggio di follia. Le risse nel calcio dilettantistico e giovanile sembrano (purtroppo) ormai essere all’ordine del giorno, spulciare i referti in arrivo dai campi di ogni categoria tutte le settimane significa imbattersi in un bestiario sempre da aggiornare: stavolta il giudice sportivo è arrivato a squalificare 25 giocatori. In pratica tutti quelli in campo per la sfida tra gli Allievi provinciali di Florence Sporting Club e Avane. Che dal campo sarebbero usciti per provare a sedare una rissa sugli spalti. Comunque estranei al saloon in cui si era trasformata la tribuna.
Sembra un paradosso ma è quello che è successo sabato scorso ad Ugnano (Firenze) durante una partita tra sedicenni, tesa come tante, con un espulso per parte. In tribuna un gruppo di ragazzi (secondo qualcuno amici dei coetanei padroni di casa, altri dicono di non averli mai visti prima) insulta ed inveisce. Qualche parola di troppo e il nervosismo coi genitori ospiti fa scattare la scintilla. È il caos: calci, pugni, sputi, sedie che volano. Una mamma prende uno schiaffo, un babbo rotea un cestino. Due persone spinte giù dai gradoni, una finirà in ospedale (per fortuna solo una forte contusione alla gamba). Gara sospesa, coi giocatori che provano a intervenire. Per l’arbitro lasciando il campo in maniera irregolare. Arrivano anche i Carabinieri, quando però la situazione si è già tranquillizzata. «Queste cose ti fanno venire voglia di smettere, alleno dal 1982 e non avevo mai visto una cosa del genere», racconta l’allenatore della Florence, Gianni Maruccelli.
Dopo il caso di Pietrasanta di qualche settimana fa, con il questore di Lucca che ha comminato un anno di Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) a 7 genitori coinvolti in una scazzottata a margine della partita dei figli stavolta, almeno per ora, a pagare sono i ragazzi.
«È stato un errore punire loro e anche chi non si è mosso dal terreno di gioco — dice l’allenatore dell’Avane, Michael Beconcini — Giusto multare le società, ma chi era in campo non ha fatto niente di male. È successo tutto in tribuna, scene che non vorremmo mai vedere e dalle quali ci dissociamo».
Nel referto, così come riportato dal comunicato ufficiale della Figc il direttore di gara motiva la sua decisione «a causa dell’abbandono di un numero di giocatori tale da determinare, in caso di espulsione di tutti i responsabili, di non aver avuto almeno sette giocatori per parte», il numero minimo per poter continuare a giocare. Da qui gli squalificati per l’Avane e i 14 della Florence. In più sconfitta 0-3 a tavolino ad entrambe le squadre. Solo una multa invece, 100 euro a ciascuna società, per la rissa. Entrambe avranno difficoltà a presentarsi alla prossima partita, entrambe hanno già annunciato ricorso.
«Quello che ha scritto l’arbitro è falso», l’attacco del presidente della Florence, Emilio Nocentini, che minaccia addirittura denunce. «Non è vero che i ragazzi sono saliti in tribuna per fare la rissa, solo due hanno scavalcato la recinzione, gli altri erano tutti in campo: otto della Avane e nove dalla Florence, si poteva tranquillamente giocare». Secondo il dirigente della squadra di Ugnano «dopo aver interrotto la gara forse all’arbitro hanno consigliato di scrivere certe cose, ma tanto per farvi capire quanto sia attendibile il referto tra gli squalificati non c’è l’unico dei nostri che ha scavalcato la rete... ci ho pensato io a metterlo a riposo. Faremo ricorso, ci siamo sentiti con l’Avane, e faranno altrettanto. Andremo in fondo a questa storia».
Che purtroppo è solo una delle tante — anche se in questo caso con numeri da record — di ordinaria follia che ogni maledetta domenica (e anche sabato, come in questo caso) si susseguono con sempre più preoccupante frequenza.