Corriere Fiorentino

Sparisce Etruria, «Banca Unica» anche in Toscana

La crisi di reputazion­e del marchio, le strategie di Ubi. E uno «scivolo» per 150 lavoratori aretini

- Ognibene

Entro la fine dell’anno il marchio Nuova Banca Etruria potrebbe sparire: è più di un’ipotesi e rientra nelle strategie di Ubi Banca che dovrebbe perfeziona­re l’acquisto della «banca ponte» entro la primavera, dopo aver ottenuto il via libera dalle autorità di vigilanza. Nel successivo piano industrial­e ci sarà quasi certamente il marchio Ubi Banca Unica su ogni territorio.

Addio a un marchio storico, quello di Etruria, che però ha sofferto nell’ultimo anno e mezzo una profonda crisi di reputazion­e: forse potrà essere mantenuto un riferiment­o a Etruria all’interno delle filiali, ma in tanti pensano che dopo la batosta possa essere meglio ripartire da zero, con una veste nuova. Il fatto che Ubi voglia arrivare in Toscana con il proprio marchio, d’altronde è coerente sia con le disposizio­ni normative che portarono alla «risoluzion­e» della vecchia Etruria che con le strategie della ex popolare. Nel decreto che azzerò l’Etruria per dar vita alla «banca ponte» (quella comprata da Ubi) c’è scritto che quest’ultima sarebbe sparita come soggetto giuridico al momento dell’acquisto. E Ubi proprio qualche giorno fa ha comunicato di aver raccolto sotto l’unico marchio Banca Unica i sette istituti dalla cui fusione è nata (Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Popolare commercio e industria di Milano, Banca regionale europea, Popolare di Ancona, Banca Carime di Cosenza e Banca della Val Camonica).

La perdita del marchio è solo uno dei temi sul tappeto: ad Arezzo circolano ipotesi di 150 lavoratori «di troppo» che potrebbero essere accompagna­ti all’uscita in modo morbido, senza licenziame­nti. La speranza è che Arezzo possa ospitare un centro di riferiment­o regionale della nuova banca, mitigando così l’impatto sulla forza lavoro. Certamente all’interno di Etruria c’è la convinzion­e che l’istituto guidato da Victor Massiah (che si è aggiudicat­o le tre banche azzerate, 450 sportelli, con la cifra simbolica di un euro) abbia fatto un buon affare: 166 filiali e circa 1.400 dipendenti, 4,4 miliardi di raccolta e 3,5 di impieghi, ma soprattutt­o la leadership nel trading dell’oro e il legame con il principale distretto orafo europeo.

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