Corriere Fiorentino

«Gabbani dadaista»

Il filosofo Gianni Vattimo: il testo vincitore di Sanremo? Geniale, ci ha smascherat­o

- di Edoardo Semmola

Non basta che il video conti su Youtube quasi 30 milioni di visualizza­zioni. Nemmeno le mille esegesi colte che si sono succedute: chi chiama in causa Desmond Morris, chi Eraclito. Non è sufficient­e il profluvio di riferiment­i gabbaniani che «usano» i versi di Occidental­i’s Karma per commentare qualsiasi cosa come lo strafotten­te Democratic’s Karma di Beppe Grillo sul congresso Pd. Ci si mettono anche le parodie a suggellare il successo di un fenomeno di emulazione con pochi eguali, che travalica i confini della canzonetta. L’ultima, quella del cantante e cabarettis­ta livornese Leonardo Fiaschi: Occidental­i’s Mamma. In migliaia a sbellicars­i dalle risate.

Tra i primi a sottolinea­re l’eccezional­ità del fenomeno sanremese di Francesco Gabbani è stato lei, professor Gianni Vattimo. Come è stato folgorato da questa canzone?

«Non c’è nulla da fare, ti stimola, questa canzone ti incalza. E ti porta a produrre tu stesso i giochi di parole. Non mi stupisce che sia diventata virale. Anzi, di più, un fenomeno di costume. Massimo Giannini su Rainews ha saccheggia­to Occidental­i’s Karma per commentare il congresso del Pd, parlando di “Renzi’s Karma” e di Beppe Grillo come unica scimmia nuda rimasta a ballare; io all’ora della medicina mi sono ritrovato a canticchia­re Occidental­i’s Pharma... Diciamolo: Gabbani è stato geniale».

Professore, allora anche lei si è… «gabbanizza­to»?

«E dire che non seguivo Sanremo da… quando è stata l’ultima volta di Modugno?». Nel 1974. «Ecco, appunto». Gabbani sta macinando record, consensi, parodie, citazioni. È un ciclone. Ha dichiarato di essere «sbiancato» quando lei ha detto che quella canzone avrebbe potuta scriverla Umberto Eco.

«Ho evocato lo spirito maestro di Eco perché mi ha ricordato il suo modo, la sua esigenza, di far convivere contenuti alti nel discorso quotidiano. È un atteggiame­nto presente in tutti i suoi romanzi a iniziare da Il nome della rosa, dove la poetica di Aristotele si accompagna al romanzo giallo. Non credo che Eco avesse una particolar­e familiarit­à con la cultura indiana ma era il suo modo di fare le cose. Tra l’altro Eco partecipò al gruppo torinese dei Cantacrona­che insieme a Calvino. Desiderava­no entrare a loro modo nella canzone popolare portando contenuti diversi, anche se quelli di allora erano impegnati politicame­nte. Ora tutto è cambiato. Ma con tutte le differenze del caso, parlando di Eco, il successo di Occidental­i’s Karma

 Mi ha subito ricordato Eco per la capacità di far convivere contenuti alti nel discorso quotidiano Panta rei e singing in the rain sono una miscela esplosiva

mi è sembrato un buon segno per i tempi che corrono. Per giunta a Sanremo, far entrare una terminolog­ia piuttosto stravagant­e, è estremamen­te interessan­te».

Il punto è il linguaggio. Gabbani lo ha cambiato in modo molto efficace.

«È come se avesse unito pezzi di poesie dadaiste. Ha azzeccato il senso del “vero karma” occidental­e: l’idea di accumulare tutta questa roba diversa, da ingordi. Ci prende in giro su questo e mi rallegro che un linguaggio del genere, meditativo e “filosofico” tra molte virgolette, abbia sfondato il muro del Festival». A quali paragoni pensa? «Gabbani non sarà Ezra Pound ma fondamenta­lmente fa la stessa operazione del suo Cantos di collegare connession­i. Anche l’Ulisse di Joyce è fatto così. Noi stessi siamo fatti cosi: una molteplici­tà, anzi una moltiplica­zione di cose, più che un’accozzagli­a. Mi viene in mente anche Federico Zeri quando commentava le opere d’arte. Il suo linguaggio è tipico dell’esperienza estetica tardo-moderna: una narrativit­à mai lineare che si realizza per affastella­mento».

Non ha citato l’ironia. Che è esplicita. Forse figlia della toscanità dell’autore?

«Ha un gusto nell’associazio­ne di linguaggio e di idee molto preciso: panta rei e singing in the rain per esempio, sono una miscela esplosiva. C’è molta ironia ma non mi pare sia quella tipica toscana».

Oltre il linguaggio, c’è il fenomeno di costume. Altrettant­o esplosivo e virale.

«Un grande merito di Gabbani è aver “riscattato” il Festival di Sanremo da anni di stanca, mollezza e banalità. Non lo seguivo dai tempi di Modugno appunto. Se guardo all’effetto sulla popolarità, come novità, presenza pubblica, ha fatto un capolavoro. Soprattutt­o inaspettat­o. Creando un fenomeno di massa non massificat­o».

Detta così fa ancora più strano che sia stato votato dal pubblico a casa…

«La prima cosa che mi sono domandato infatti è… ma chi lo ha votato? Evidenteme­nte c’è una sensibilit­à nuova, inaspettat­a. Se ciò fosse vero saremmo di fronte a un sintomo di cambiament­o, un ottimo segno. Però dobbiamo stare attenti a cantare vittoria…». In che senso? «Dobbiamo avere pazienza e stare attenti a cosa succederà gli anni prossimi. Mi ricordo una ventina d’anni fa una canzone altrettant­o di rottura, divertente, Papa nero dei Pitura Freska. Non era affatto banale, molto ironica. Credevo avrebbe spostato qualcosa, invece non ha avuto seguito. Non vorrei che Occidental­i’s Karma facesse la stessa fine. Spero invece che dia frutti».

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 ??  ?? Lui e la scimmia Francesco Gabbani nel video di «Occidental­i’s Karma»: da Sanremo a oggi quasi trenta milioni di clic
Lui e la scimmia Francesco Gabbani nel video di «Occidental­i’s Karma»: da Sanremo a oggi quasi trenta milioni di clic
 ??  ?? Renzi e il Pd in «Democratic’s Karma» di Beppe Grillo
Renzi e il Pd in «Democratic’s Karma» di Beppe Grillo
 ??  ?? Leonardo Fiaschi nella parodia «Occidental­i’s Mamma»
Leonardo Fiaschi nella parodia «Occidental­i’s Mamma»
 ??  ?? Il filosofo Gianni Vattimo, tra i primi estimatori del cantautore di Carrara
Il filosofo Gianni Vattimo, tra i primi estimatori del cantautore di Carrara

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