Soldi pubblici e reati, calano le denunce alla Corte dei Conti
«La Toscana non è la cattiva della classe. Anche se esistono situazioni di inefficienza, non è tra le regioni peggiori d’Italia». Lo spiega il presidente della Corte dei Conti Amedeo Federici una manciata di minuti prima dell’avvio della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Poi la fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri dei carabinieri intona l’inno di Mameli nell’inconsueto scenario dell’Istituto di scienze militari aeronautiche e il rito si ripete come ogni anno tra tocchi e alte uniformi. In prima fila, il sindaco di Firenze Dario Nardella, i prefetti e i primi cittadini provenienti dalla Toscana. Questa cerimonia — sottolinea il presidente — «non è un esercizio di potere, ma un momento di riflessione per stimolare atteggiamenti di prevenzione nell’interesse generale».
Per confermare le anticipazioni sullo stato di salute della Toscana, il presidente Federici snocciola numeri. In calo le denunce: sono passate da 1.484 del 2015 al 1.383 nel 2016. Le segnalazioni provengono dallo Stato (33,33%), da enti locali (20,39%) e da enti pubblici (17,57%). Il 14% dei fascicoli aperti riguarda lesioni da attività sanitaria. A un’infermiera accusata di aver falsificato gli esiti degli screening oncologici, la Corte dei Conti ha contestato «il danno alla fede pubblica» per 400 mila euro. «Si tratta di una vicenda particolarmente riprovevole — dice il procuratore generale Andrea Lupi — ma per la prima volta in Toscana quel danno viene riconosciuto come autonomo bene erariale meritevole di tutela». Va ricordata anche la citazione (per oltre 2 milioni e 160 mila euro) a carico di case di cura private convenzionate per indebiti rimborsi da esse percepiti. Tra i giudizi c’è anche quello a carico dei vertici dell’autorità portuale di Livorno per l’inutile noleggio di un pontone galleggiante che non poteva essere tecnicamente impiegato e mai utilizzato. Danno calcolato: 910 mila euro. C’è poi il giudizio a carico dell’azienda di Pistoia che ha percepito indebitamente la cassa integrazione in deroga (110 mila euro) ma ha continuato a far lavorare gli operai cassaintegrati.
Il presidente Federici Restano alcune situazioni di inefficienza, ma la Toscana non è tra le regioni peggiori