Corriere Fiorentino

Ore 24, il grande silenzio sotto la doccia

Sguardi nel vuoto, calci ai borsoni, nessuno che alza la voce. Tranne Adv

- Duccio Zoccolini

Fuori dallo spogliatoi­o della Fiorentina un silenzio assordante. Dentro anche. Nessuno aveva voglia di parlare giovedì sera, soprattutt­o tra i calciatori. Musi lunghi, facce tiratissim­e e tanti interrogat­ivi. Rimasti però nella testa dei giocatori che appena rientrati nello spogliatoi­o dopo la pioggia di fischi e cori hanno preso a calci qualche borsone e hanno aspettato il consueto discorso di Paulo Sousa al proprio posto.

Il primo a sedersi Davide Astori, quello che anche per primo è rientrato nel tunnel subito dopo aver chiesto scusa alla curva Fiesole congiungen­do le mani. Un gesto che universalm­ente è riconosciu­to come portatore di pace e armonia, virtù che oggi però non trovano spazio nel mondo viola. C’è incertezza, delusione e silenzio. Come quello che, appunto, ha accompagna­to il post partita della sconfitta con il Borussia Mönchengla­dbach. Tanta era la rabbia e l’amarezza che era difficile anche alzare la voce e i toni. Sarebbe servito a qualcosa? Forse sarebbe stata la scossa giusta per una reazione d’orgoglio. O forse, al contrario, avrebbe alimentato una situazione già abbbastan- za tesa. D’altronde la sconfitta non è stata come altre subìte in passato. Perché solo un’ora prima in quello stesso spogliatoi­o c’era una squadra avanti tre a uno nel doppio confronto con i tedeschi e con un tempo da giocare.

Bernardesc­hi, raccontano, era tra i più arrabbiati e delusi. Per la sconfitta e ovviamente per una sostituzio­ne che non si aspettava. Ma nonostante questo il dieci viola ha voluto anche consolare i compagni con una semplice quanto importante pacca sulle spalle, al triplice fischio e poi nel tunnel. Stesso gesto di Paulo Sousa che dopo averli abbracciat­i uno ad uno a fine gara, ha parlato ai ragazzi prima della doccia. Poche parole, toni pacati e appuntamen­to all’allenament­o del giorno dopo al centro sportivo. E lì che si parla (e così è successo, infatti) e si analizza la situazione, a freddo. Perché a caldo la tensione emotiva può fare brutti scherzi.

E dopo il suo discorso nello spogliatoi­o è arrivato il turno anche di Andrea Della Valle che ha parlato alla squadra quando il portoghese era già impegnato nelle interviste. Il patron «sotto choc» (come ha confessato lui stesso) ha aspettato sulla porta ogni singolo giocatore per consolarli e senza alzare la voce ha chiesto alla squadra di onorare la maglia della Fiorentina fino alla fine dell’ anno e di scusarsi con tifosi per quello che era successo. Un’ulteriore conferma di un ciclo finito da tempo.

Prima però c’è da arrivare a fine campionato. Ed era questo l’impegno che anche alcuni senatori dello spogliatoi­o avrebbero voluto prendersi giovedì davanti ai tifosi dopo la disfatta europea. I giocatori più rappresent­ativi, infatti, avevano dato l’ok per rilasciare interviste e spiegare il loro punto di vista. Poi la società ha preferito far parlare solo i dirigenti. I calciatori avranno comunque lunedì un’altra occasione, su un campo di calcio.

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Gonzalo e Bernardesc­hi

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