LA PRIMAVERA PER DIMENTICARE (ANCHE SOUSA)
Perché se c’è una lezione che la vicenda Sousa (ma anche quella di Delio Rossi) dovrebbe avere insegnato è che a seguire «la pancia» di Firenze quando si parla di allenatori spesso si rischia di trovarsi nei guai. I capipopolo piaceranno pure alla piazza viola ( fin troppo sensibile alle lusinghe, e poco importa che siano di circostanza), ma poi è il campo a parlare. Così capita che nella storia della Fiorentina il penultimo allenatore ad aver vinto una coppa, Claudio Ranieri, sia stato allontanato come fosse un nemico. Un trattamento simile da parte della tifoseria e della maggior parte della critica è toccato poi anche a Vincenzo Montella, reo di aver difeso la propria squadra davanti ai fischi dei fiorentini. Sia mai, lesa maestà. E allora fa un po’ sorridere che mentre si discute del nuovo allenatore un pezzo di Firenze finisca per commettere l’errore di sempre: orientare il proprio gradimento verso chi si pensa possa essere in grado di contrastare gli stessi Della Valle. Già, perché l’altro aspetto che emerge dalla vicenda Sousa, e che dovrebbe far riflettere, è come una parte dell’ambiente viola sia disposto a passare sopra a tutto pur di «far dispetto» alla proprietà. Per questo, l’opera divisoria di Sousa ha finito per avere successo e mandare in stallo la Fiorentina (allontanando così da sé i riflettori puntati sulle sue responsabilità tecniche). Ma non sarebbe meglio allora chiudere da subito il rapporto con il portoghese e affidarsi per gli ultimi tre mesi al tecnico della Primavera Guidi, magari facendo esordire qualche altro giovane di talento sulla scia di Bernardeschi e Chiesa? Sarebbe anche un modo per ritrovare un po’ di normalità, tornare a parlare di calcio, magari anche divertirsi e risparmiarsi (quantomeno) i veleni e i nervosismi che accompagnano l’allenatore viola da ormai un anno e mezzo. Un tempo sufficiente per stancare, anche i più incalliti polemisti di professione: i fiorentini.