Corriere Fiorentino

LA MALATTIA INFANTILE DEL POPULISMO: IL GENTISMO

- Twitter @davidalleg­ranti di David Allegranti

È in corso un poderoso attacco alla democrazia rappresent­ativa, in nome di un imprecisat­o «popolo» che molti vorrebbero rappresent­are. Uno di questi è proprio Matteo Salvini, che venerdì ha solidarizz­ato con gli sghignazza­nti carcerieri delle due donne rom di Follonica.

Sarebbe troppo comodo lasciar scorrere, far finta che non sia accaduto nulla e dire che tanto ormai siamo assuefatti alle sparate del leader leghista, il quale ogni volta ci dimostra come fra lo stronzismo offline e quello online non ci sia alcuna differenza (e Salvini, peraltro, li pratica entrambi con abilità). Ma è proprio a furia di sorvolare che siamo arrivati fin qui. Aspiranti leader di un presunto popolo non identifica­to mettono in discussion­e le istituzion­i, che in assenza di partiti e punti di riferiment­o ideologici sono l’unica cosa cui la cittadinan­za civile (ce n’è una anche molto incivile) dovrebbe aggrappars­i. Le istituzion­i invece esistono proprio per evitare che i tribunali del popolo espongano al pubblico ludibrio le persone — persone! — e che la gente si faccia giustizia da sola.

Tutto si tiene, in questo violento attacco alla democrazia: i tassisti che interrompo­no per cinque giorni il servizio pubblico a Roma, bloccando una città e assediando le sedi di partito, insultando parlamenta­ri («mafiosi», rivolti al Pd; «t .... », rivolti a Linda Lanzillott­a, «colpevole» per il famoso emendament­o su Uber). Poi c’è Donald Trump che impedisce ai giornali, Cnn e New York Times di partecipar­e ai briefing con il suo portavoce e lancia crociate contro i media che non gli piacciono. L’Unione Europa è sotto attacco plurimo (fuori, con Trump, e dentro, con Marine Le Pen), ma per parafrasar­e il Winston Churchill del 1947 sulla democrazia, l’Unione Europea è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre.

Poi ci sono i grillini, che sognano un governo a colpi di forca. Basta leggere quello che scrivono sui social. «Il presidente del Pd Graziano indagato per concorso esterno e voti dai Casalesi. Renzi segretario di Gomorra!», scriveva il deputato Riccardo Fraccaro nell’aprile corso. La posizione di Graziano è stata archiviata questa settimana, ma le scuse del M5s non sono arrivate. Perché in epoca di post-boiate col botto non importa l’esito di un’indagine. È il trionfo del gentismo, malattia infantile del populismo. Recentemen­te ha colpito anche Renzi, che già in campagna elettorale per il referendum aveva giocato la carta del taglio alle poltrone e ai costi dei politici, offrendosi come leader anti-sistema. Eppure era già un politico ben piantato nel sistema istituzion­ale del Paese, colonizzat­o da suoi uomini e donne secondo un meccanismo collaudato di spoils system.

Si può dunque far antipoliti­ca stando al governo o avendo appena dismesso i panni di leader di governo e di partito? Ci sono dei precedenti illustri, spiega Donatella Campus nel suo «L’antipoliti­ca al governo» (il Mulino). Come Ronald Reagan e Silvio Berlusconi, che peraltro sono stati due pionieri nell’utilizzo della television­e come mezzo di comunicazi­one fra leader e popolo. Due profili diversi a prima vista, ma uniti dalla provenienz­a extra-politica, dalle loro storie ed esperienze di vita in ambiti estranei a quello politico-istituzion­ale. Arrivati al potere, hanno scelto di praticare l’antipoliti­ca come linguaggio della differenza, mantenendo uno stile populista che consentiss­e loro di continuare a mantenersi «integri».

Renzi, dopo aver strizzato l’occhio al grillismo, è andato a San Francisco per trovare idee «per battere i populisti». «Mentre la politica italiana post-referendar­ia litiga su tutto o quasi, il mondo fuori continua a correre. Ho deciso di staccare qualche ora — mentre il Pd scrive le regole per il congresso — e di dedicarmi ad alcuni incontri di qualità in California», scrive Renzi nel suo diario california­no, glissando su una questione italiana e tangibile come lo scontro fra Uber e i tassisti. Le ultime idee arrivate da quelle parti — un posto fighissimo, beninteso — hanno fatto vincere la Clinton in California ma consegnato il resto del Paese a Donald Trump.

 Dalle sparate di Salvini a quelle dei grillini, aspiranti leader di un popolo non identifica­to mettono in discussion­e le istituzion­i E anche Renzi a volte gioca col fuoco

 ??  ?? Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva
Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva
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