Un nuovo inizio per il Maggio
Bianchi dopo le dimissioni lancia Luisi: «Sarete il suo pubblico» Nardella: «Ora un sovrintendente con caratteristiche diverse»
«Dopo più di quattro anni si chiude un ciclo, ne apriamo un altro che richiederà un sovrintendente con diverse caratteristiche». Il sindaco Dario Nardella chiude con queste parole l’èra in cui Francesco Bianchi ha guidato il Maggio musicale, prima come commissario e poi come sovrintendente. L’addio di Bianchi è arrivato con una lettera sotto forma di passo indietro concordato con ministero e Palazzo Vecchio, anche se nelle settimane scorse entrambe le istituzioni avevano spinto per una discontinuità al vertice dell’ente lirico. «Dopo Francesca Colombo il secondo sovrintendente dell’era renziana fa le valigie. Saranno in pochissimi a rimpiangerlo», scrive in coro l’opposizione in Consiglio comunale.
Per un passato che si chiude, con problemi irrisolti ed una voragine di 61 milioni nel bilancio, il Maggio deve fare ancora una volta i conti con il futuro. La buona notizia è che dal governo sono in arrivo i 60 milioni necessari per completare il Teatro dell’Opera. Con questi fondi verrà realizzata la macchina per i cambi di scena sul palco (con arrivo degli allestimenti dal basso); inoltre saranno costruite le due sale mancati per le prove di regia e coro e terminata l’area dei camerini. «L’Opera sarà completata in due anni e avrà dotazioni tra le migliori al mondo», ha assicurato il sindaco Nardella, giovedì scorso, al maestro Fabio Luisi durante un incontro per programmare il futuro della «casa» del Maggio. Durante il vertice è stato assicurato al maestro anche un coinvolgimento sui progetti, in modo da adeguare le strutture in base alle sue indicazioni. Questo proprio alla vigilia del concerto di ieri che ha visto Luisi — presentato da Bianchi: «Da stasera sarete il suo pubblico» — sul podio per la prima volta da direttore musicale, incarico che partirà nel 2018. All’Opera, più che contenuti artistici di livello, manca però un’offerta più europea, magari simile all’Opera di Sidney: non solo concertistica e lirica, ma anche un ristorante (c’è un bando aperto per gestire un locale di ben 2.400 metri quadri, con cui si spera di coinvolgere uno chef stellato), musica rock e pop e anche rappresentazioni più popolari.
Proprio su quest’ultimo punto, a breve, ci dovrebbe essere un delicato confronto tra i membri del Consiglio di indirizzo della Fondazione. Da una parte ci sono i «puristi», che puntano a mantenere l’eccellenza della produzione liricosinfonica; dall’altra parte c’è chi punta di più sul cosiddetto «Modello Venezia», con la Fenice come stella polare, mantenendo molto alta la qualità del Festival, ma popolarizzando il resto delle produzioni con spettacoli che attirino un nuovo pubblico, puntando anche sui milioni di turisti che visitano Firenze. Opzione che oltre a far vivere di più il colosso delle Cascine, garantirebbe maggiori incassi.
Il sindaco L’Opera sarà completata in due anni e avrà dotazioni tra le migliori al mondo In arrivo i sessanta milioni necessari
La storia del Maggio è fatta anche di scossoni. Per il Maggio «espressionista» ideato da Roman Vlad nel 1964, ad esempio, la programmazione scatenò furibondi litigi in consiglio comunale e diffidenze fra il pubblico. Però, alla fine, per il Naso di Sostakovic le recite avrebbero dovuto essere di più, tanta era stata la partecipazione. A quella storia, fatta di scelte coraggiose e controcorrente, guarda Fabio Luisi a partire dall’edizione 2018 del Festival. Rivalutazione del ‘900 storico, attenzione alla contemporaneità, terreno quest’ultimo che sta già battendo il coordinatore artistico Pierangelo Conte nei programmi concertistici. Nel 2019, è probabile la proposta della Lulu di Alban Berg. Ma un Maggio che si differenzi in maniera netta, proprio per queste sue peculiarità, dalla programmazione stagionale dell’Opera: qui, invece, è annunciato ampio spazio al repertorio legato al melodramma italiano dell’800, con Bellini (autore caro a Luisi), Donizetti (La favorite), Verdi (si parla della «Trilogia popolare»). E corre voce che il primo titolo operistico che Luisi dirigerà nel 2018 sia il Gugliemo Tell di Rossini.