NO AGLI AVVELENATORI DI POZZI
Scritte e minacce contro i Della Valle. Ma Firenze e la Fiorentina non si meritano questo
(p.e.) Siamo contrari per principio a fare da cassa di risonanza agli irresponsabili. E ancora di più ai cretini irresponsabili. Per questo nei giorni scorsi abbiamo preferito dare poco peso agli striscioni comparsi intorno all’Artemio Franchi contro i Della Valle (e anche al cartello delirante con augurio di morte affisso a un dehors davanti allo stadio, per il quale i proprietari della Fiorentina ieri hanno presentato denuncia).
Abbiamo scelto di privilegiare gli aspetti sportivi della crisi della Fiorentina, l’atteggiamento dell’allenatore, le scelte del direttore Corvino e della proprietà. Esprimendo la speranza di vedere presto in campo i migliori giovani della Primavera viola per non concludere una stagione deludente tra rimpianti e veleni, ma — piuttosto — con una buona semina. Buona per l’avvenire, magari a cominciare già dall’anno prossimo. Ci sembrava la strada migliore per difendere la dignità del calcio, di questa nostra Fiorentina e anche la passione del tifo migliore. Ma gli avvelenatori di pozzi non demordono. Anzi, rilanciano. Usando ogni tribuna possibile. La notte scorsa è comparso sui cancelli del Campo di Marte un nuovo striscione: «Dovete Vergognarvi», con la D e la V vergate in colore diverso per evitare equivoci: vogliono dire «Della Valle». Allora forse è meglio dire parole chiare: la proprietà della Fiorentina da anni si trova a fare i conti (in tutti i sensi) con la fortissima ambizione di una città che confida nella conquista (prima o poi) del terzo scudetto. Al tempo stesso Firenze apprezza lo stile diverso dei Della Valle rispetto a un calcio sempre più ridotto a macchina da business, il proposito di avere un bilancio sano combattendo al tempo stesso per traguardi tutt’altro che secondari. Solo negli ultimi 5 anni la Fiorentina ha collezionato tre quarti posti, un quinto posto, una finale di Coppa Italia, una semifinale Uefa. Ce n’è abbastanza per gestire con ragionevolezza l’amarezza scaturita dai risultati degli ultimi mesi. Senza concedere neppure un centimetro agli agitatori in servizio permanente effettivo. A loro interessa offendere, demolire, scatenare bufere. Non è così che si fa onore a una maglia, a una città. E non è così che si prepara la corsa al primato. Che per Firenze non può che essere anche un primato di civiltà.