«Senza nuova pista a rischio 3 mila posti di lavoro»
Peretola, Nardella lancia l’allarme dopo l’incontro con le imprese. Falchi: che fine ha fatto la Via?
Salvadori: «Spero che nessuno si voglia rassegnare ad essere la periferia di Bologna»
Sullo sviluppo dell’aeroporto si riapre lo scontro a distanza tra Firenze e Sesto. «Senza il nuovo scalo nel giro di pochi anni rischiamo di perdere 2-3.000 posti di lavoro», attacca il sindaco di Firenze Dario Nardella, dopo aver parlato al Consiglio delle grandi aziende, convocato ieri per la presentazione della bozza di piano strategico della Città metropolitana. Durante l’incontro i rappresentanti di alcuni colossi — l’agenzia Dire cita LeonardoFinmeccanica, Menarini, il gruppo Thales, Ferragamo, Eli Lilly e Ge Oil Gas — hanno chiesto lumi sul futuro di Peretola. E, come ha spiegato lo stesso sindaco, «tutte le aziende si sono espresse con decisione a favore del nuovo scalo, chiedendo una rapida risoluzione dei problemi che ne stanno rallentando la realizzazione». Il presidente facente funzioni di Confindustria Firenze, Luigi Salvadori, conferma le preoccupazioni delle imprese: «Firenze è l’unica città metropolitana italiana ad avere un aeroporto inadeguato e insufficiente». Confindustria si augura che l’area fiorentina «non si rassegni ad essere la periferia infrastrutturale di altri territori, a partire da Bologna che ha anche finalità completamente diverse come tipicità di passeggeri rispetto a Firenze». Un invito che Nardella raccoglie per spingere sull’acceleratore dello sviluppo di Peretola: «Ci auguriamo che con il ministero dell’Ambiente e il governo si sciolgano gli ultimi nodi tecnici». Ed è proprio sulle risposte che devono arrivare da Roma, quelle contenute nella Valutazione di impatto ambientale (di cui si conosce solo il parere favorevole ma non i contenuti), che si riaccende lo scontro.
Il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi, contrario all’ampliamento di Peretola, dà una stoccata a Nardella: «Al sindaco metropolitano non possiamo non far presente che ci saremmo aspettati ben altro atteggiamento, perché la questione della Via che c’è e non c’è è grave e dovrebbe vedere la Città metropolitana in prima linea nell’esigere chiarezza dal ministro dell’Ambiente, nel rispetto dei cittadini e degli enti locali che la costituiscono». Secondo Falchi, «a tre mesi dagli annunci trionfali in piena febbre da campagna referendaria conosciamo solo le anticipazioni e le indiscrezioni a mezzo stampa della Via, elementi che, se confermati, dimostrerebbero la sostanziale irrealizzabilità della nuova pista». Per questo, dice Falchi, «quello di pretendere chiarezza, di vedere le carte, non è un capriccio del sindaco di Sesto, È un atto di serietà e correttezza nei confronti dei cittadini dell’area metropolitana, il cui interesse è il solo che le Istituzioni locali hanno il dovere di tutelare».
I numeri continuano a premiare gli aeroporti di Firenze e Pisa: nei primi due mesi del 2017 i passeggeri sono stati 850mila, con un aumento del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. Un risultato raggiunto, dice Toscana Aeroporto, «nonostante le forti penalizzazioni operative subite da Firenze a causa delle limitazioni legate alla pista». Con la nuova pista operativa, conclude la società, «Firenze sarebbe l’aeroporto con più crescita in Italia».
Confindustria