Carabinieri sotto accusa, il procuratore tira il freno
La Procura di Massa e l’inchiesta sui 22 militari: «Solo casi singoli, apprezzamento per l’Arma»
Usa un comunicato per esprimere l’apprezzamento ai carabinieri del Comando provinciale di Massa dopo l’inchiesta su presunte irregolarità nell’operato di 22 militari accusati di più reati, comprese le lesioni. Il procuratore capo Aldo Giubilaro, che sta indagando su una serie di presunti reati commessi da 22 carabinieri (e non 28 come erroneamente scritto nell’edizione di ieri), «esprime assieme al sostituto procuratore Alessia Iacopini (titolare dell’inchiesta, ndr) il più incondizionato apprezzamento per l’impegno, la correttezza e il senso delle istituzioni posti dai carabinieri della Provincia di Massa Carrara, e delle stazioni della Lunigiana in particolare, nell’adempimento del loro dovere».L’inchiesta riguarda 22 carabinieri che — a vario titolo — sono indagati per una serie di reati che vanno dall’omissione d’atti d’ufficio fino al depistaggio e alla violenza sessuale. Nei giorni scorsi Forestale, carabinieri e finanzieri sono andati a perquisire le case dei militari sotto accusa e gli uffici della Stazione e della Compagnia di Pontremoli, oltre che di Aulla. Nei decreti di perquisizione non viene spiegato il capo d’imputazione: si sa chi sono gli indagati e il reato ipotizzato ma non che cosa sia accaduto. «Non esistono pratiche diffuse di condotte improprie che coinvolgano la generalità dei carabinieri», si legge nel comunicato firmato dal procuratore Giubilaro. L’indagine quindi «riguarda singoli ben individuati soggetti». Tra gli indagati anche sei civili (compresi alcuni extracomunitari). Intanto gli avvocati degli indagati stanno preparando le istanze da presentare al Riesame di Firenze per il dissequestro del materiale acquisito durante le perquisizioni, tra cui i telefoni cellulari dei carabinieri, su cui gli inquirenti cercano chat di gruppo dove sarebbero circolate presunte immagini ed eventuali filmati che potrebbero essere ritenuti compromettenti. Ogni carabiniere accusato ha dai venti ai quarantasette capi di imputazione di cui rispondere: per la maggior parte si parla di omissione di atti d’ufficio. Le posizioni più compromesse, invece, sarebbero riconducibili a pochissimi episodi isolati: le percosse con lesioni, l’utilizzo del manganello sfollagente. Nei casi dei presunti pestaggi il referto medico è, tuttavia, di massimo cinque giorni. Nel caso della violenza sessuale una prostituta, dopo un controllo, ha denunciato i militari sostenendo che avrebbero allungato pesantemente le mani su di lei.