Fermati per 36 ore E poi di nuovo a spacciare
Erano stati fermati per spaccio, ma la polizia li ritrova di nuovo in piazza. «È deprimente»
Piazza Santo Spirito andata e ritorno. Sono già stati rimessi in libertà i tre pusher nordafricani ammanettati dalla polizia in Oltrarno a inizio settimana. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze ha sì convalidato l’arresto ma ha poi disposto che il terzetto fosse scarcerato a causa della modica quantità di hashish che gli agenti gli hanno trovato addosso. E ieri, tanto per cambiare, i tre erano di nuovo in piazza a esercitare la loro «professione» abituale, come se nulla fosse accaduto e con un sorriso di sfida stampato sul viso.
«Noi ci impegniamo e siamo anche disposti a rischiare — dice a denti stretti uno dei poliziotti impegnati nel presidio di Santo Spirito — ma come combatti questa piaga se hai le armi spuntate? E per armi intendo leggi e codici troppo garantisti. Ti tocca riempire verbali su verbali, perdere tempo prezioso. E il giorno dopo ti ritrovi i pusher esattamente nello stesso posto in cui li hai “beccati”. Tutto ciò è deprimente».
Il primo spacciatore era stato incastrato lunedì sera durante un blitz dalla squadra mobile in via Sant’Agostino, accanto al cantiere di Toscana Energia e Publiacqua; gli altri due, invece, sono finiti in cella il giorno dopo, in un’operazione congiunta tra la volante e il reparto mobile. Il copione adottato dai pusher è sempre lo stesso: seduti sui gradoni di Palazzo Guadagni o all’angolo con via delle Caldaie offrono a tutti hashish, marijuana e cocaina. Hanno fatto lo stesso con i poliziotti in borghese che, durante lo scambio, invece dei soldi hanno tirato fuori le manette. Una volta in questura i tre sono stati identificati e interrogati ma sembra non abbiano fornito alcun elemento per capire da chi acquistino i panetti di droga e dove si nascondano gli altri «colleghi». Ore di silenzio, condite da tanti «non so», «non capisco l’italiano», «non ho fatto nulla» e «non conosco nessuno». Poi il trasferimento nel carcere di Sollicciano e l’udienza di convalida. Dopodiché tutti liberi. Liberi di tornare a spacciare.
Ma ora sembra che le forze dell’ordine stiano studiando un sistema che, se ragionato e adattato alla situazione, potrebbe dare i suoi frutti. Le operazioni anticrimine degli ultimi giorni hanno dimostrato che gli spacciatori dell’Oltrarno, così come quelli che gravitano in Santa Croce, alle Cascine, in piazza Indipendenza o in Sant’Ambrogio sarebbero tutti clandestini. Dunque, l’idea degli inquirenti consisterebbe nel fare una retata e trasferire gli irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione per poi essere rispediti nei loro Paesi di origine. Cie che, secondo il sindaco Dario Nardella intervistato ieri da Lady Radio, andrebbero fatti pure in Toscana anche se «diversi e più piccoli. Perché è inutile prendere un immigrato per poi portarlo nei centri di rimpatrio in Sicilia». In questo modo, ha sottolineato il primo cittadino, «si evitano le scarcerazioni facili soprattutto in materia di droga».
E ieri pomeriggio in piazza Santo Spirito è arrivato Batman, il cane poliziotto delle unità cinofile che, negli ultimi mesi ha permesso agli agenti di mettere a segno numerosi e importanti blitz. Batman, un giovane ma espertissimo pastore tedesco, ha «annusato» tutti quelli che erano seduti sul sagrato della basilica e ha passato in rassegna i possibili nascondigli di droga disseminati nel quartiere senza però segnalare nulla. Le unità cinofile torneranno in piazza anche oggi e domani. Pusher avvisato...
Il sindaco «Basta scarcerazioni facili, in Toscana serve un Cie, ma diverso e più piccolo»