Corriere Fiorentino

«L’inchiesta lo ha fatto diventare normale, ma ha avuto coraggio»

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«Non sono d’accordo con la politica di Renzi, ma plaudo alla forza, al coraggio e all’energia che ancora una volta ha dimostrato. In tv ha sottolinea­to più volte questo messaggio: “Cari giornalist­i, questa indagine e questo modo di fare politica non rientra nella mia idea di politica, che è quella di correre forte ed occuparsi dei problemi della gente». Carlo Freccero, autore che ha rivoluzion­ato i palinsesti televisivi italiani, siede nel cda della Rai dove è stato indicato dal M5S.

L’ex premier è stato convincent­e o no a livello mediatico?

«Aveva due ritornelli molto forti: io difendo il fare dei magistrati e l’altro che “io voglio correre”. Si è tenuto ben alla larga dall’inchiesta Consip, Per puntare tutto sulla politica del fare. Come dire: “Voi parlate dell’arresto e degli indagati, mentre io ribadisco che bisogna dare risposte ai bisogni della gente».

E a livello politico è stato convincent­e?

«Renzi continua ad essere quello che era prima. Ha fatto filtrare che avrà una squadra diversa, mentre la sua natura rimarrà la stessa. La sua forza è di essere immutabile, di avere ancora la ragione e il sole in tasca, nonostante il quadro politico sia profondame­nte cambiato. Dalla Gruber è stato Renzi il vero conduttore: ha dettato i tempi, ha attaccato il direttore de l’Espresso Cerno ed escluso di fatto la Gruber».

Crede che questa inchiesta possa affossare definitiva­mente la leadership di Renzi e il progetto per tornare a Palazzo Chigi?

«No, ma di sicuro lo ha ridimensio­nato. Lo ha fatto diventare meno nuovo. L’ha fatto diventare normale: così lui è stato costretto a ribadire che “io non sono come gli altri, non come il centrodest­ra”. Perché lui teme molto l’accostamen­to alla vecchia politica».

Questa inchiesta quanto può condiziona­re il congresso Pd?

«Nel “suo” congresso lo aiuta, perché lo fa passare per vittima, mentre i suoi avversari sfrutteran­no questa inchiesta».

Renzi parla dell’esistenza di un «disegno». Lei che ne dice?

«La sconfitta al referendum l’ha reso come gli altri: è come Achille, non riesce a pensare che possa subire sconfitte. Così evoca il “disegno” a lui antagonist­a». (Cla.B.)

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