Corriere Fiorentino

Nella tana della big a sorpresa

Domani alle 12,30 la Fiorentina sfida la squadra che l’ha scalzata dalla corsa per un posto Uefa Gasperini è in alto anche grazie al coraggio di ribaltare le gerarchie. Proprio quello che Sousa non ha fatto

- Leonardo Bardazzi

La sorpresa contro la delusione. Atalanta-Fiorentina è la partita degli opposti. Da una parte la squadra sprint di Gasperini, reduce dalla strepitosa vittoria del San Paolo e gasatissim­a alla caccia di un posto in Europa che manca dai tempi di Mondonico e Stromberg (pare che in città, proprio in onore dello svedese, i tifosi siano pronti a tingersi i capelli di biondo in caso di qualificaz­ione alle coppe).

Dall’altra la squadra di Sousa, fischiata e delusa, ma decisa (almeno a parole) a mettere in mostra il briciolo d’orgoglio rimasto. Il paragone con i nerazzurri però resta scomodo, per certi versi quasi imbarazzan­te: l’Atalanta (+22 rispetto all’anno scorso), è la squadra che ha migliorato di più la sua classifica rispetto a un anno fa, la Fiorentina invece (-11) è la seconda squadra peggiore della stagione, dietro soltanto all’Empoli. Trentatre punti di differenza rispetto a un anno fa, che solcano una distanza netta in classifica (i nerazzurri sono a +10 sui viola e sognano addirittur­a la Champions) e nelle ambizioni.

E questo nonostante che il bacino d’utenza e il fatturato non facciano certo pendere la bilancia dalla parte nerazzurra. L’Atalanta fattura poco più della metà della Fiorentina (70 milioni contro circa 130), ha un monte ingaggi da 12 milioni netti e a gennaio ha venduto anziché comprare: Gagliardin­i è ormai un perno dell’Inter, mentre Sportiello aspetta la sua occasione a Firenze. In più l’altro golden boy Caldara ha già firmato per la Juve.

In totale Percassi si è messo in tasca una cifra vicina ai 50 milioni, ma nonostante questo resta il presidente più applaudito d’Italia. Merito ovviamente del centro sportivo di Zingonia che sforna giovani senza sosta (l’Atalanta nel settore giovanile investe 4 milioni l’anno), ma anche della bravura di un allenatore probabilme­nte sottostima­to come Gasperini. Coraggioso nel ripartire da Bergamo e soprattutt­o, al contrario di Sousa, nel rivoluzion­are le gerarchie a campionato in corso. Paloschi (l’uomo più pagato dell’intera squadra) e lo stesso Sportiello per esempio sono stati fatti fuori in nome delle «scarse motivazion­i». Quelle che guarda caso sono mancate alla squadra di Paulo. Gasp così ha dato fiducia a Petagna, mai titolare in serie A prima di quest’anno, dato le chiavi della squadra al Papu Gomez — obiettivo viola mai raggiunto — e lanciato i vari Conti, Spinazzola e soprattutt­o Kessie (squalifica­to domani). Uno che già oggi vale 30 milioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutto: la sua squadra dribbla e recupera palla come nessuno in serie A e in questo girone di ritorno (7 punti in più rispetto all’andata) sta addirittur­a volando.

Idee, grinta, corsa e qualità. L’Atalanta dei miracoli è l’intrusa delle parti nobili della classifica e a farne le spese è stata proprio la Fiorentina (che, va detto, arriva comunque da quattro anni di fila in coppa). «La partita coi viola può diventare lo snodo cruciale dell’anno, noi ci crediamo», urla l’allenatore dei bergamasch­i. Il pubblico nel frattempo si prepara: già venduti 20 mila biglietti, ancora qualche ora e arriverà il tutto esaurito con relativo record d’incasso stagionale. Sarà un pranzo molto pericoloso insomma. Il rischio viola è farsi travolgere dall’esaltazion­e bergamasca e da una squadra che arriva da 4 vittorie di fila e che nel girone di ritorno ha perso soltanto una volta: la Fiorentina però è una delle squadre più pazze e imprevedib­ili che ci siano. Magari questa sarà la domenica buona per rivedere la squadra che fu.

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L’allenatore dell’Atalanta Giampiero Gasperini Sopra, Papu Gomez, ex obiettivo viola sul mercato

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