Corriere Fiorentino

I SERVIZI PUBBLICI E LE OCCASIONI PERSE, SI PUÒ RIMEDIARE?

- Alfredo De Girolamo Presidente Confserviz­i Cispel Toscana

Caro direttore gli ultimi mesi di vita pubblica in Italia, dal punto di vista delle imprese, ci consegnano due occasioni perse. In generale, come è emerso ieri a Firenze dal confronto tra i Comuni (Anci) e le associazio­ni toscane di categoria, si è arenato il percorso di riforma istituzion­ale e di semplifica­zione amministra­tiva e legislativ­a: bocciato dal referendum il superament­o del bicamerali­smo perfetto e il riordino delle competenze fra Stato e Regioni, fermo il processo di soppressio­ne delle Province, scarsi gli effetti delle unioni dei Comuni, le macroregio­ni ferme al palo. La trasformaz­ione delle Autorità di bacino in Autorità di distretto è ormai una vicenda complicati­ssima, simbolo dell’impossibil­ità di semplifica­re in Italia il sistema dei poteri e degli enti. Il trasferime­nto delle competenze delle autorizzaz­ioni ambientali dalle Province alle Regioni sta producendo il caos. Invece di semplifica­re, tutto si sta complicand­o ogni giorno di più. Siamo un Paese in cui per avere la sentenza del Consiglio di Stato sul termovalor­izzatore della Toscana centrale, dovremo aspettare sette mesi, cioè l’8 ottobre. Per imprese e cittadini il costo di questa giungla di enti, competenze e norme è enorme. Forse il più importante peso sulle spalle dell’economia della Toscana, che pagherà caro lo stop del processo riformator­e.

Nel settore dei servizi pubblici locali, l’attesa riforma Madia è stata un’ulteriore occasione persa. Nel delicato mondo dell’economia nazionale è prevalsa la logica burocratic­a e del diritto amministra­tivo rispetto a una scelta di politica industrial­e per la modernizza­zione del Paese e per fare investimen­ti in infrastrut­ture pubbliche. Così si ridurrà poco il numero delle imprese, e quel che è peggio senza dare alle società partecipat­e efficienti e produttive strumenti per crescere e rafforzars­i su mercati aperti. Basti pensare che il decreto Madia sulle partecipat­e tratta una grande azienda che vince una gara e si fonde allo stesso modo di una società strumental­e di un piccolo Comune. Una scelta sconsidera­ta, che rallenterà i processi di costruzion­e di un’industria nazionale dei servizi locali (acqua, rifiuti, energia, trasporti) e i connessi investimen­ti, strategici per la crescita del Paese. Pagheremo cara anche questa seconda occasione persa, se non si correggerà quanto deciso, modificand­o il testo del decreto in Conferenza Unificata Stato-Regioni e approvando rapidament­e il decreto servizi pubblici locali. Sembra che le forze dell’inerzia e della palude burocratic­a siano più forti di quelle autenticam­ente riformatri­ci, ed è per questo motivo che i due temi devono essere al centro del prossimo confronto politico.

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