LE LENTI NUOVE
Non c’è da esultare, ma qualche segnale positivo è partito e sarebbe sbagliato non coglierlo. È stata una settimana importante per Firenze sul fronte della legalità e della sicurezza.
Da una parte, è cresciuto l’allarme per la criminalità: i nostri reportage hanno raccontato come gli spacciatori di droga tengano in scacco zone della città, da Santo Spirito alle Cascine, mentre alcuni eventi di cronaca hanno dimostrato quanto pesino i meccanismi giudiziari che, a volte, sembrano concepiti per tutelare più i delinquenti che le vittime (clamorosa la subitanea scarcerazione dell’aggressore di una ragazza in via Baracca, come ha scritto ieri su questo giornale Ginevra Cerrina Feroni). Dall’altra però abbiamo assistito al cambio di passo delle forze dell’ordine in Santo Spirito: le volanti sempre presenti, il questore Intini in visita ai commercianti per rassicurarli («No ai vigilantes contro i pusher: a loro ci pensiamo noi»). Ma è stato soprattutto il sindaco a dare una virata netta, reclamando la necessità che i timori dei cittadini trovino risposte pronte e convincenti: «La sicurezza è di sinistra», ha scandito criticando le scarcerazioni facili. Ieri Nardella è andato alle Cascine e poi ha fatto un post in cui parla di clima disteso, di ragazzi che giocavano e di cittadini a passeggio. Salvo nel punto, vicino alla tramvia, in cui gli spacciatori fanno il loro comodo. Un pezzo del parco, insomma, da riconquistare alla città. Un pezzo solo, però, sottolinea Nardella. E ci mancherebbe che fossero tutte le Cascine in mano ai delinquenti... Una frenata politicodiplomatica su un terreno contiguo a quello arato a sorpresa dal sindaco venerdì scorso, quando aveva lanciato l’allarme banlieue a Firenze: «Ci sono troppi immigrati nelle nostre case popolari», aveva detto per mettere in guardia dal rischio di creare ghetti urbani pronti a esplodere, com’è successo nelle periferie di Parigi o Bruxelles. Parole di rottura rispetto a tanti pregiudizi politici.
Non a caso sono arrivati subito il consenso di Lega e Forza Italia («Benvenuto tra noi!») e l’attacco del sindaco di Livorno Nogarin («Un populista spinto»). In sostanza si accusa il sindaco di cercare consensi a basso costo. Forse Nardella si è semplicemente reso conto che a forza di tenere la propria testa sotto la sabbia, anche sul fronte della microcriminalità, la sinistra si è ritrovata lontanissima dalle preoccupazioni quotidiane delle fasce più deboli della popolazione. Più che populismo elettorale sembra un recupero di realismo. Che in politica è indispensabile, anche se tra i compagni di Nardella non pochi si saranno sorpresi e turbati per la sua stretta. I soliti miopi. Dategli occhiali.