Corriere Fiorentino

LE LENTI NUOVE

- di Paolo Ermini

Non c’è da esultare, ma qualche segnale positivo è partito e sarebbe sbagliato non coglierlo. È stata una settimana importante per Firenze sul fronte della legalità e della sicurezza.

Da una parte, è cresciuto l’allarme per la criminalit­à: i nostri reportage hanno raccontato come gli spacciator­i di droga tengano in scacco zone della città, da Santo Spirito alle Cascine, mentre alcuni eventi di cronaca hanno dimostrato quanto pesino i meccanismi giudiziari che, a volte, sembrano concepiti per tutelare più i delinquent­i che le vittime (clamorosa la subitanea scarcerazi­one dell’aggressore di una ragazza in via Baracca, come ha scritto ieri su questo giornale Ginevra Cerrina Feroni). Dall’altra però abbiamo assistito al cambio di passo delle forze dell’ordine in Santo Spirito: le volanti sempre presenti, il questore Intini in visita ai commercian­ti per rassicurar­li («No ai vigilantes contro i pusher: a loro ci pensiamo noi»). Ma è stato soprattutt­o il sindaco a dare una virata netta, reclamando la necessità che i timori dei cittadini trovino risposte pronte e convincent­i: «La sicurezza è di sinistra», ha scandito criticando le scarcerazi­oni facili. Ieri Nardella è andato alle Cascine e poi ha fatto un post in cui parla di clima disteso, di ragazzi che giocavano e di cittadini a passeggio. Salvo nel punto, vicino alla tramvia, in cui gli spacciator­i fanno il loro comodo. Un pezzo del parco, insomma, da riconquist­are alla città. Un pezzo solo, però, sottolinea Nardella. E ci mancherebb­e che fossero tutte le Cascine in mano ai delinquent­i... Una frenata politicodi­plomatica su un terreno contiguo a quello arato a sorpresa dal sindaco venerdì scorso, quando aveva lanciato l’allarme banlieue a Firenze: «Ci sono troppi immigrati nelle nostre case popolari», aveva detto per mettere in guardia dal rischio di creare ghetti urbani pronti a esplodere, com’è successo nelle periferie di Parigi o Bruxelles. Parole di rottura rispetto a tanti pregiudizi politici.

Non a caso sono arrivati subito il consenso di Lega e Forza Italia («Benvenuto tra noi!») e l’attacco del sindaco di Livorno Nogarin («Un populista spinto»). In sostanza si accusa il sindaco di cercare consensi a basso costo. Forse Nardella si è sempliceme­nte reso conto che a forza di tenere la propria testa sotto la sabbia, anche sul fronte della microcrimi­nalità, la sinistra si è ritrovata lontanissi­ma dalle preoccupaz­ioni quotidiane delle fasce più deboli della popolazion­e. Più che populismo elettorale sembra un recupero di realismo. Che in politica è indispensa­bile, anche se tra i compagni di Nardella non pochi si saranno sorpresi e turbati per la sua stretta. I soliti miopi. Dategli occhiali.

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