Rischio banlieue a Firenze? Salgono al 50% gli stranieri in lista per una casa popolare
Il sindaco Nardella lancia l’allarme «banlieue a Firenze», sostenendo che ci sono «troppi stranieri nelle case popolari». Numeri alla mano, in realtà, i cittadini immigrati negli alloggi Erp sono circa il 15 per cento del totale. Complessivamente, a Firenze ci sono circa 12mila alloggi popolari, abitati da 30mila persone. Di queste, soltanto 5mila sono straniere.
Più o meno, la percentuale di stranieri nelle case popolari, equivale alla percentuale di stranieri residenti, anche se sono in crescita anno dopo anno e, nell’ultimo bando, gli stranieri hanno rappresentato il 50 per cento del totale delle 2.013 domande ammesse. Un dato che, evidentemente, preoccupa il sindaco, che ha puntato il dito contro la legge regionale, secondo cui per accedere ai bandi Erp sono necessari almeno cinque anni di residenza sul territorio. «Troppo pochi, portiamoli a dieci» ha affermato Nardella.
La distribuzione degli inquilini stranieri nelle case popolari è abbastanza stratificata. Esistono però contesti condominiali in cui la percentuale degli immigrati arriva al 50 per cento, e in alcuni casi addirittura al 70 per cento. È il caso di via Toscanini, quello a cui ha fatto più volte riferimento Nardella, dove sui campanelli è raro trovare un cognome italiano. Inevitabilmente, in questi blocchi di appartamenti è molto più difficile creare integrazione e possono sorgere problematiche condominiali. Succede proprio in via Toscanini, dove degrado e insicurezza vanno di pari passo, e dove le volanti della polizia arrivano praticamente ogni settimana. Luoghi difficili, non certo come le banlieue parigine, ma dove esiste il rischio ghettizzazione. Non c’è solo via Toscanini. Le palazzine accanto al centro commerciale di viale Canova sono un’altra dimostrazione. Al civico 7 di piazzetta San Sepolcro, i nervi sono tesi da anni. «Questo condominio è diventato un ghetto» dicono Michela Barbato e Dianora Tedesco, inquiline italiane. Usano la parola ghetto, la stessa parola utilizzata dal sindaco Nardella. In questo palazzo, quasi il 70 per cento degli inquilini è straniero. Molti sono di etnia rom.
«Perché il Comune ha concentrato qui tutti gli stranieri visto che, in tutta l’area fiorentina, gli inquilini immigrati sono soltanto il 15 per cento del totale?» si chiedono gli abitanti italiani. Dicono di non essere razzisti, «ma corriamo il rischio di diventarlo». La scintilla che innesca il conflitto condominiale, è il mancato rispetto delle regole di convivenza, a partire dal mancato pagamento delle spese condominiali: «Dieci famiglie non pagano da anni e a rimetterci siamo noi, che dobbiamo rinunciare alla ristrutturazione degli spazi». I risultati si vedono. Il garage condominiale sembra una latrina. Alcune cantine sembrano discariche: fazzoletti sporchi, cartoni, scatoloni, biciclette arrugginite (presumibilmente rubate). Nei posteggi condominiali, alcune macchine sono parcheggiate da tempi immemori. C’è una Punto rossa con tutti gli pneumatici a terra. Carrozzeria completamente ricoperta di polvere. Accanto, due motorini scheletrici, anch’essi fermi qui da anni. C’è poca luce nel garage, le lampadine sono state rubate e mai ricomprate. Sul muro, rigagnoli verdi che testimoniano le infiltrazioni d’acqua. Pareti ammuffite e sgretolate. Servirebbe una ristrutturazione, ma se molti inquilini continuano a non pagare le spese condominiali, salta tutto. E poi lo sporco nel giardino: «Alcuni inquilini abbandonano i rifiuti sull’erba». E ancora, i tossici: «Usano i nostri scantinati per scambiarsi la droga».
Inoltre, spiegano alcuni abitanti, ci sarebbero tre famiglie che non pagano l’affitto da anni, mentre altre famiglie ospiterebbero amici in casa senza dichiararlo, creando situazioni di sovraffollamento. «E nessuno fa niente, ci sentiamo abbandonati da Casa Spa», dice Michela. Tutto questo provoca, inevitabilmente, conflitti condominiali, che talvolta sfociano in vere e proprie liti: «Sono stata minacciata da alcuni inquilini soltanto perché gli ho chiesto di pagare le spese arretrate — dice Dianora — Hanno minacciato di darmi fuoco».